venerdì 17 ottobre 2014

Depressione, Ansia e stress


Oggi ci ricolleghiamo ad un post pubblicato dalla nostra amica la Dottoressa Valentina Benaglio dello Studio di psicologia e psicoterapia LiberaMente, riguardo a malesseri quali ansia stress, depressione che possono essere superati e curati attraverso delle consulenze psicologiche nelle quali è possibile comprendere le origini delle proprie difficoltà.



Depressione
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso. Può colpire chiunque a qualunque età. Tutti abbiamo l’esperienza di una giornata “no” in cui tutto sembra non andare per il verso giusto, ci si sente tristi, più irritabili del solito e ci sente un po’ “depressi”. In questi casi non si tratta di un disturbo depressivo, ma di un calo d’umore passeggero. La depressione clinica, invece, presenta altri sintomi prolungati nel tempo. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso (“dolore del vivere”).

I sintomi
I sintomi principali della depressione clinica sono l’umore depresso e/o la perdita di piacere e interesse per quasi tutte le attività che prima interessavano e davano piacere. Molto frequentemente si presentano stanchezza, affaticamento, mancanza di energie e la demotivazione. Oltre a questi sintomi, la persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione significative dell’appetito e quindi del peso corporeo senza essere a dieta; può presentare rallentamento o agitazione motorie e disturbi del sonno può non riuscire a concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni. Il sintomo soggettivo prevalente è la sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole che può arrivare all’odio verso di sé; spesso sono presenti pensieri di morte o di suicidio, che possono andare da un vago senso di morte e desiderio di morire fino all’intenzione di farla finita con una vera e propria pianificazione e tentativi di suicidio.

Come si manifesta la Depressione
Spesso la depressione si associa ad altri disturbi, sia psicologici (frequentemente di ansia) sia medici. In questi casi la persona si deprime per il fatto di avere un disturbo psicologico o medico. Purtroppo la depressione può portare ad un aggravamento ulteriore, dato che quando si è depressi si ha difficoltà a collaborare nella cura, perché ci si sente affaticati, sfiduciati, impotenti e si ha una scarsa fiducia di migliorare. Inoltre, la depressione può complicare la cura anche per le conseguenze negative che può avere sul sistema immunitario e sulla qualità di vita già compromessa dalla malattia medica. I sintomi depressivi possono alternarsi, e a volte presentarsi in contemporanea, a sintomi di eccitamento (euforia, irritazione, impulsività, loquacità, pensieri veloci che si accavallano e a cui è difficile stare dietro, sensazioni di grandiosità, infinita potenzialità personale o convinzioni di essere perseguitati). In questo caso si tratta di episodi depressivi o misti all’interno di un disturbo bipolare dell’umore.
Spesso la depressione è un disturbo ricorrente e cronico. Chi si ammala di depressione può facilmente soffrirne più volte nell’arco della vita. Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività. Spesso chi soffre di depressione clinica grave muore per suicidio.


Le cause della Depressione
Le ricerche hanno scoperto due cause principali: il fattore biologico, per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa malattia; e il fattore psicologico, per cui le nostre esperienze (particolarmente quelle infantili) possono portare ad una maggiore vulnerabilità acquisita alla malattia. La vulnerabilità biologica e quella psicologica interagiscono tra di loro e non necessariamente portano allo sviluppo del disturbo. Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita qualcosa in grado di scatenare il disturbo e se ha relazioni buone e supportive. Il fattore scatenante è spesso qualche evento stressante o qualche tensione importante che turba la nostra vita e che è valutata il termini di perdita importante e non accettabile. Quindi si può trattare di un evento negativo di perdita (un lutto, la fine di una relazione, la perdita del lavoro, etc.) oppure un evento positivo ma sempre valutato come perdita (la nascita di un figlio che “toglie libertà”, la laurea in cui si perde lo status di studente, etc.) o la mancanza di eventi positivi per i quali ci si è impegnati tanto come per esempio una promozione. Mentre è piuttosto semplice individuare la causa che ha scatenato un primo episodio depressivo, lo è molto difficile quando gli episodi aumentano.

Come si cura la Depressione
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha mostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti che sulla ricorrenza. A volte è necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi. L’associazioni della Terapia Cognitivo-Comportamentale e i farmaci aumentano l’efficacia della cura.
Nel corso della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente attraverso la riattivarsi del comportamento e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali. Inoltre, dal momento che la depressione è un disturbo ricorrente, la TCC prevede una particolare attenzione alla cura della vulnerabilità alla ricaduta. Per far questo utilizza anche specifici protocolli, come la Schema-Therapy, il lavoro sul Benessere Psicologico e la Mindfulness.


Ansia 
L’ansia rappresenta l’energia vitale che vuole venire a contatto con la nostra consapevolezza, con la nostra coscienza, col nostro Io che è forse troppo rigido. Normalmente funge da richiamo per la nostra attenzione, ci mette sul “chi va la” nelle situazioni di pericolo, ci orienta e ci stimola a realizzare obbiettivi a volte indispensabili per la vita stessa. Quando però questo meccanismo continua a persistere anche dopo la fine di eventi potenzialmente ansiogeni, si parla di un’ansia patologica caratterizzata da uno stato permanente di tensione che compromette le capacità operative e di giudizio. 


Sintomi
Nell’ansia abbiamo la presenza di sintomi psichici e fisici.
Psicologicamente compaiono:
Tensione
Nervosismo
Eccessiva preoccupazione per se’ e per gli altri
Insonnia
Facilità al pianto
Progressivamente aumenta la paura dei luoghi affollati, del buio fino ad arrivare agli attacchi di panico caratterizzati da un profondo disagio che porta alla progressiva riduzione delle attività fino alla paralisi. L’ansioso vive in un costante stato di allarme e di tensione che lo induce da un lato a temere disgrazie, incidenti e insuccessi e dall’altro a non tollerare le attese e le situazioni competitive.

I sintomi somatici dell’ansia possono interessare tutto l’organismo:
Palpitazioni
Vertigini
Nausea
Aumento della sudorazione
Disturbi della sessualità
Disturbi visivi
Emicranie
Debolezza
Tremori
Aumento della frequenza respiratoria
Coliti

Quali sono le cause dell'ansia?
Sono state elaborate numerose teorie sulla genesi dell’ansia. Alcuni la fanno derivare da conflitti psichici già esistenti, altri privilegiano la componente biologica.
Come si cura l'ansia?
La regola per combattere l’ansia parte da un’unica affermazione, che l’ansia non va combattuta. Non dobbiamo combattere, dobbiamo cedere. Dobbiamo imparare a non pretendere niente da noi stessi, dobbiamo fare le cose per come le sappiamo fare non per come dovrebbero essere fatte. L’idea di non migliorarci ci può regalare uno stato di pace, non dobbiamo avere alcuna aspettativa ma essere semplicemente presenti nelle azioni che facciamo. Bisogna che impariamo a non guidarci e a non dirci sempre “sei andato bene” o “non sei andato bene”. Spesso nella vita di tutti i giorni ci sforziamo di voler essere agli occhi degli altri un modello, un punto di riferimento, una persona sulla quale poter contare; cerchiamo sempre di fare la cosa giusta nel momento giusto, di accontentare tutte le richieste che ci vengono fatte dalle persone che amiamo. Ma quando tutto questo ci allontana dai nostri veri desideri, quando ci imponiamo di essere quel modello a tutti i costi, allora la nostra psiche si ribella a quell’Io troppo rigido che non ci permette più di esprimerci come dovremo. Dobbiamo accogliere l’ansia come un consiglio che ci viene dato dal nostro corpo che in qualche modo non vuole più sottostare a quella figura di perfezione che ogni giorno ci sforziamo di essere.

Imparare a divenire semplicemente noi stessi, con i nostri limiti e le nostre imperfezioni, ci darà quel senso di realtà, di pace interiore, di appartenenza alla vita.


Cura 
I farmaci hanno conquistato sempre più mercato. Solitamente gli ansiolitici sono il primo presidio che viene adottato dal medico di base. Spesso però, dopo una prima prescrizione, il paziente tende ad autogestire la terapia modificando i dosaggi e questo è da evitare perché gli ansiolitici, se non usati correttamente possono causare dipendenza, disturbi della concentrazione, dell’attenzione e della memoria. Le strategia non farmacologiche, come le tecniche di counselling o gli interventi psicoterapici di sostegno rappresentano una risposta terapeutica di grande efficacia. 


Stress
Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali percepiti dalla persona come eccessivi.
Il termine stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:
1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lo stress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronici possono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronici propriamente detti. I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresentati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natura dello stressor. Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità all’organismo e stressor nocivi, detti distress, che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.


Cause
eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (ad esempio: matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali);
cause fisiche: il freddo o il caldo intenso, abuso di fumo e di alcol, gravi limitazioni nei movimenti;
fattori ambientali: la mancanza di un’abitazione, ambienti rumorosi, inquinati sono fattori determinanti di un certo stato di stress;
malattie organiche: quando il nostro corpo è affetto da una malattia, l’intero organismo, nel tentativo di difendersi, si pone in uno stato di tensione che, nella maggior parte dei casi, per le scarse difese in grado di apportare, sfocia in una condizione di stress;
cataclismi.
Sintomi
I sintomi da stress possono essere suddivisi in quattro categorie.
Stress sintomi fisici
Mal di testa
Dolore di schiena
Indigestione
Collo e spalle tese
Dolore allo stomaco
Tachicardia
Sudorazione delle mani
Extrasistole
Agitazione e irrequietezza
Problemi di sonno
Stanchezza
Capogiri
Perdita di appetito
Problemi sessuali
Suoni (tintinni, fischi) nelle orecchie
Stress sintomi comportamentali
Digrignare i denti
Attitudine alla prepotenza
Aumento dell’uso di alcolici
Mangiare compulsivamente
Criticare gli altri
Impossibilita’ di portare le cose a termine
Stress sintomi emozionali
Piangere
Enorme senso di pressione
Nervosismoansia
Rabbia
Sentire che non c’e’ nessun significato nel vivere
Solitudine
Tensione; sentire di essere sul punto di esplodere
Infelicità senza un motivo valido
Sentirsi impotenti a cambiare le cose
Essere facilmente agitati o sconvolti

Stress sintomi cognitivi
Problemi a pensare in maniera chiara
Impossibilità nel prendere decisioni
Dimenticare le cose o distrarsi facilmente
Pensare di scappare via
Mancanza di creatività
Preoccuparsi costantemente
Perdita di memoria
Perdita del senso dell’umorismo
I disturbi psicologici correlati allo stress sono: Disturbo post traumatico da stress, disturbo acuto da stress, disturbi psicosomatici (asma bronchiale, ipertensione arteriosa, colite, eczema cutaneo, alopecia psicogena, ulcera gastro-duodenale), depressionedisturbo bipolaredisturbi d’ansiadisturbi della sfera sessualedisturbi dell’alimentazione(anoressiabulimia).
Cura
Un livello elevato di stress può essere ridotto facendo ricorso a tecniche di rilassamento e alla psicoterapia cognitivo comportamentale.
Le tecniche di rilassamento mirano a controllare e gestire le risposte fisiologiche legate allo stress. Imparando a controllare queste reazioni, l’individuo può sfruttarle a suo vantaggio per la “cura dello stress“, raggiungendo uno stato di rilassamento piuttosto che di tensione. La psicoterapia cognitivo comportamentale, una tra le migliori “cure per lo stress“, consente all’individuo di imparare i metodi di gestione dell’ansia e per modificare i comportamenti disfunzionali. Tale approccio si focalizza sulle difficoltà presenti “qui ed ora” così da poter valutare il quadro dei comportamenti esterni o interni da modificare per la cura dello stress. Ciò implica che la cura dello stress passa attraverso l’esame dei punti di forza e delle carenze del soggetto, e un’analisi accurata degli avvenimenti che precedono e seguono il verificarsi di ogni comportamento disadattivo. All’iniziale individuazione degli schemi fissi e dei pensieri ricorrenti che mantengono il quadro sintomatologico tipico dello stress, segue la correzione e l’arricchimento di questi schemi e pensieri, al fine di correggerli ed integrarli con pensieri più funzionali per il benessere del soggetto. L’approccio cognitivo comportamentale, inoltre, aiuta l’individuo nell’apprendimento di nuove modalità di reazione emotiva e comportamentale.
Disturbi psicosomatici

Nervosismo



Fonte: hwww.liberamente.pv.it

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