L'impervia
e selvaggia Patagonia Cilena, oltre a custodire
leggende e racconti di viaggi avventurosi, preserva un vero e proprio
patrimonio naturale. Proprio in queste terre cresce quella che i Mapuche
chiamano, fin dall'antichità, "la pianta di Dio". Si tratta del Maqui,
l'"Aristotelia Chilensis"
un grosso arbusto che può raggiungere i 5 metri di altezza, sul quale maturano
quelli che sono considerati dei veri e propri "tesori": la Bacca di Maqui o Maqui Berry.
Tali bacche, di un intenso blu brillante, maturano in estate,
e vengono raccolte dopo qualche mese, quando sono dolci e succose, con un
sapore che ricorda quello del sambuco.
L'intensità del colore di questi straordinari frutti è
dovuto all'alto contenuto di antocianine, un gruppo di polifenoli che
proteggono l'arbusto dalle potenti radiazioni solari di quelle zone. Negli
ultimi trent'anni il clima dell'emisfero australe, in concomitanza con
l'aumento delle radiazioni solari, ha causato un progressivo aumento di questi pigmenti naturali, tanto da far diventare il Maquila pianta con il maggior contenuto di antociani in
assoluto.
Nello
specifico, il Maqui è ricco di un particolare tipo di antocianine, le delfinidine, che sono i più potenti tra i polifenoli:
infatti, occorrerebbe bere 500 bicchieri di vino rosso per assumere la stessa
quantità di delfinidine contenute in una capsula di estratto purificato di Maqui.
E non è un caso se parliamo di capsule di estratto purificato: il Maqui è tanto
prezioso quanto raro e delicato.
Ma quali sono le proprietà straordinarie dei polifenoli contenuti nel
Maqui?
Per
prima cosa sono dei potenti antiossidanti, combattono quindi i radicali liberi e l'ossidazione cellulare, contrastando l'invecchiamento dei tessuti dell'organismo e della
pelle. Aiutano le cellule anche a contrastare l'infiammazione, un fenomeno
naturale di alterazione che può diventare dannosa quando si conduce una vita
stressante e ci si alimenta in maniera non equilibrata.
L'assunzione di polifenoli aiuta inoltre l'organismo a sentirsi
meno stressato e più energico, questo perché i polifenoli coadiuvano le cellule
nel conseguimento di uno stato energetico ottimale, facilitando lo sviluppo di
energia dai grassi, riducendo la sintesi del colesterolo e migliorando il
flusso sanguigno.
I polifenoli sono dunque un
vero e proprio toccasana per
il nostro benessere, come confermano anche diversi studi scientifici.
Oltre a ciò le bacche di
Maqui sono ricche di:
vitamina E, utile
nella protezione delle cellule dallo stress ossidativo;
vitamina B5, che
riduce stanchezza e affaticamento, aumenta le prestazioni mentali e ripristina
il normale metabolismo energetico.
In
Cile le bacche del Maqui vengono usate per preparare succhi di frutta,
marmellata e gelati. Non è possibile esportarlo nel nostro Paese dalle remote terre cilene. Le bacche
vengono quindi disidratate e sottoposte ad una lavorazione meticolosa, che
permette di ottenere l'estratto, chiamato "Maqui Rx" per distinguerlo dal frutto vero e proprio.
Attualmente
le bacche di Maqui sono commercializzate sotto forma di succhi e infusi:
una tazza per 3-4 volte al giorno permette di usufruire delle proprietà di
questa pianta, oltre ad accelerare la guarigione di ulcere e ferite.
Effetti collaterali e controindicazioni
A oggi non esistono
sufficienti studi sui possibili effetti
collaterali, così come anche sulle precise controindicazioni, derivanti dall’assunzione delle bacche di
Maqui. Per questo motivo la somministrazione deve essere effettuata con estrema
cautela e sempre dopo aver vagliato il parere del medico curante. Inoltre, non
essendone ancora note le interazioni, sarebbe meglio evitare il ricorso in
concomitanza con altre cure farmacologiche, in particolare medicinali per la
riduzione dei livelli di colesterolo, poiché il rimedio ne potrebbe aumentare
gli effetti. Sebbene manchi una precisa rappresentatività statistica, diversi
consumatori hanno lamentato stipsi
introducendo le bacche di Maqui nella loro dieta: si tratta di un effetto
collaterale probabilmente compatibile con le caratteristiche astringenti del
ritrovato.
Il professore
associato di Medicina all'Università Austral del Cile, Juan Carlos Bertoglio
afferma che:
"Le popolazioni originarie dell'arcipelago di Juan Fernandez, i Mapuche, utilizzano il Maqui da sempre. Hanno
richiamato la mia attenzione soprattutto le donne. Ci sono signore molto
anziane che arrivano dalla campagna, che stanno al sole tutto il giorno, non
hanno mai usato creme, intingoli di bellezza eccetera e hanno la pelle di una
donna di 25/30 anni di età. Sicuramente questo è dovuto anche allo stile di
vita, di cui fa parte un'alimentazione ricchissima di polifenoli e molto simile
alla Zona, cioè essa comprende verdura e pesce, ma anche Maqui e movimento
quotidiano".
Insomma,
un tesoro ancora più prezioso di quelli narrati dalle leggende, a cui la
scienza sta dedicando studi e risorse, e che sarebbe davvero un peccato
lasciarci sfuggire.
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