Il diabete di
tipo 1 è una patologia cronica, autoimmune, nella quale il pancreas non è più
in grado di produrre l’insulina
Il diabete
di tipo 1 è detto anche diabete giovanile o diabete insulino-dipendente, in
quanto il trattamento con insulina dura tutta la vita, dal momento che il
pancreas non è più in grado di produrre questo ormone, che regola i livelli di
glucosio nel sangue, permettendogli di entrare all’interno delle cellule, dove
funziona come riserva di energia.
Il diabete
di tipo 1 si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può
comparire anche in bambini piccolissimi (in età neonatale) o in giovani adulti
(circa il 30% dei casi di diabete di tipo 1 è diagnosticato in età adulta).
Il diabete tipo
1 è una malattia autoimmune: il sistema immunitario del soggetto riconosce come
estranee e dannose le cellule del pancreas che producono insulina (cellule
beta) e le attacca fino a distruggerle, portando a un deficit assoluto di
questo ormone. Diversi sono i fattori che possono contribuire allo scatenarsi
di questo attacco dell’autoimmunità, ad esempio la predisposizione genetica o
l’esposizione ad alcune infezioni virali.
Al momento
non esiste una cura definitiva per il diabete di tipo 1.
In Italia le
persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000 e l’incidenza di questa
condizione è in aumento in tutto il mondo (tra il 2001 e il 2009 l’incidenza di
diabete di tipo 1 nei soggetti al di sotto dei 20 anni è aumentata del 23%, il
che significa che il numero dei giovani ai quali viene diagnosticato il diabete
di tipo 1 cresce del 3% ogni anno).
Il diabete di
tipo 2 è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel
sangue e dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina
L'insulina è un ormone prodotto dalle cellule del
pancreas, che provoca l’ingresso del glucosio circolante (derivato dalla
digestione del cibo) all’interno delle cellule, dove viene utilizzato come
fonte di energia.
Se il pancreas non produce una quantità sufficiente di insulina o se gli organi bersaglio (muscolo, fegato, tessuto adiposo) non rispondono in maniera adeguata all’ormone, il corpo non può utilizzare il glucosio circolante come fonte di energia e il glucosio resta nel sangue, dove i suoi livelli diventano sempre più alti (iperglicemia).
Se il pancreas non produce una quantità sufficiente di insulina o se gli organi bersaglio (muscolo, fegato, tessuto adiposo) non rispondono in maniera adeguata all’ormone, il corpo non può utilizzare il glucosio circolante come fonte di energia e il glucosio resta nel sangue, dove i suoi livelli diventano sempre più alti (iperglicemia).
La maggior parte delle persone con diabete di tipo 2
presenta entrambi questi difetti:
insufficiente produzione di insulina
da parte del pancreas (deficit parziale di insulina)
inadeguata risposta all’insulina
(insulino-resistenza).
Questo causa da una parte un “affamamento” delle
cellule dei vari organi che vengono private dell’energia necessaria al loro
funzionamento; dall’altra, l’eccesso di glucosio circolante provoca una serie
di danni a carico di vari organi ed apparati, in particolare al sistema
cardio-vascolare, agli occhi, alle arterie e ai nervi delle gambe, ai reni, al
cervello. Il diabete di tipo 2 rappresenta il 90-95% di tutti i casi di
diabete.
Si presenta in genere in età adulta (i 2/3 dei casi di
diabete interessano persone di oltre 64 anni), anche se negli ultimi anni, un
numero crescente di casi viene diagnosticato in età adolescenziale, fatto
questo correlabile ad aumento dell’obesità infantile. Gli italiani affetti da
diabete di tipo 2 sono il 5,5% della popolazione, cioè oltre 3 milioni; si
stima che a questo numero possano aggiungersi 1 milione di persone, che non
sanno di avere questa malattia.
Nasce il Piano
sulla malattia diabetica: l'organizzazione della rete di assistenza
L’assistenza alle persone con diabete rappresenta una
delle principali sfide per il Servizio sanitario nazionale.
La diffusione della patologia è infatti in costante
aumento. In Italia ne soffrono oramai più di 3 milioni di persone. Inoltre, la
malattia ha un forte impatto sanitario, sociale ed economico che richiede
un’organizzazione dell’offerta sanitaria in grado di minimizzare il più
possibile l’incidenza degli eventi acuti e delle complicanze invalidanti che
comportano costi elevatissimi.
Cosa non meno importante, come per la gran parte delle
malattie croniche, il diabete richiede un costante supporto al paziente che
rappresenta il primo protagonista della gestione della malattia. L’Italia
dispone di un sistema di assistenza ben riconoscibile, sebbene vi siano tuttora
differenze territoriali suscettibili di miglioramenti organizzativi,
soprattutto sul versante dell’integrazione e della comunicazione tra i vari
operatori.
Il sistema è articolato su più livelli, con una decisa differenziazione
tra i servizi dedicati alle diverse fasce di età e, in particolare al
diabete di tipo 1 insorto in età evolutiva e al diabete di tipo 2.
È da questi elementi che è nato il Piano sulla
malattia diabetica, approvato in Conferenza Stato-Regioni il 6
dicembre 2012, e pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 7 febbraio 2013, che
rappresenta la cornice all’interno della quale il Servizio sanitario nazionale
offre oggi assistenza alle persone con diabete.
Il Piano, tenendo conto delle più attuali evidenze
scientifiche, disegna un’organizzazione della rete di assistenza che mette il
paziente diabetico al centro e coordina le attività di tutti gli attori
dell’assistenza (dalla rete specialistica diabetologica agli operatori che
forniscono l’assistenza primaria) con l’obiettivo di fornire la migliore
assistenza possibile per prevenire e curare le complicanze e garantire la
migliore qualità di vita, sottolineando la necessità di passare da un sistema
basato sulla “cura” ad uno basato sul “prendersi cura”. Ciò, ottimizzando l’uso
delle risorse disponibili e senza dimenticare l’importanza della prevenzione
primaria e della diagnosi precoce.
Il
Servizio Sanitario Nazionale prevede assistenza sanitaria integrativa per i
cittadini affetti da diabete. Il diabete è una malattia che comporta alti costi
sanitari e sociali, a causa delle sue caratteristiche e delle complicazioni che
spesso comporta. Proprio per questo, il SSN deve garantire un'assistenza
speciale per i soggetti diabetici.
Esenzione
dal ticket
Essendo il diabete una malattia cronica e invalidante tra quelle con diritto all'esenzione, la compartecipazione alla spesa sanitaria tramite il pagamento del ticket non è applicabile ai soggetti affetti da questa patologia.
Erogazione dei presidi
I presidi per il diabete sono forniti dal SSN senza alcun costo per i pazienti.
Il medico specialista o, in alcuni casi, il medico di base prescrive per il paziente diabetico un Piano di Autodeterminazione Glicemica (PAG), un piano di trattamento che deve guidare il paziente nel controllo e nella cura della malattia.
Tra i presidi forniti ci sono gli apparecchi per determinare la glicemia, i glucometri, le strisce reattive, i reflettometri, i microinfusori, i set per l'insulina e tutto quanto serve al trattamento del diabete.
Sono esclusi dai presidi forniti gratuitamente gli alimenti dietetici.
Per ottenere questi presidi, il soggetto diabetico deve procurarsi la prescrizione su ricetta del Servizio Sanitario Nazionale dal medico di base e recarsi in farmacia.
Ogni regione autonomamente decide come accertare il diritto ai presidi per diabetici, come fornirli e con quali limiti.
Infine, il Piano di Autodeterminazione Glicemica e il Registro regionale dei pazienti diabetici sono collegati tra loro. La Regione e le ASL, comparando i dati di questi e i dati giunti dalle prescrizioni farmaceutiche, possono verificare se le prescrizioni sono appropriate.
Fonte: www.salute.gov.it
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