Il Servizio sanitario nazionale assicura
l’assistenza sanitaria e socio sanitaria alle persone con disabilità, fragilità
e non autosufficienza. Quando le condizioni cliniche del soggetto lo permettono
e il nucleo familiare può garantire adeguata disponibilità di presenza e
comfort ambientale, le cure sono offerte prioritariamente a domicilio; in alternativa,
gli assistiti sono ospitati in strutture residenziali o semiresidenziali,
accreditate dal Servizio sanitario regionale per l’erogazione delle prestazioni
di cui hanno bisogno.
Questo tipo di assistenza è, il più
delle volte, integrata con prestazioni sociali.
Disabilità e non autosufficienza sono le
definizioni più comuni per indicare la condizione delle persone che presentano
gravi difficoltà a interagire con il proprio ambiente a causa della perdita
permanente, totale o parziale, delle abilità fisiche, psichiche, sensoriali,
cognitive o relazionali necessarie a svolgere le azioni essenziali della vita
quotidiana senza l’aiuto di altri. Con il termine di “fragilità” si definisce
una condizione di salute instabile e precaria, anche per la presenza di più
patologie, che può rapidamente deteriorarsi a causa di eventi stressanti,
fisici o psicologici e trasformarsi in non autosufficienza.
Punto
unico di accesso (PUA)
L’assistenza alle persone disabili e non
autosufficienti ha subìto negli ultimi tempi una evoluzione che si è
concretizzata nel passaggio dal “curare” al “prendersi cura” della persona,
nella complessità e globalità dei suoi bisogni, con un'attenzione particolare
anche alla famiglia e al contesto sociale di riferimento.
È nato così il Punto Unico di Accesso
(PUA), in alcune Regioni è chiamato anche Punto Unico di Accesso Socio
Sanitario (PUASS), che può essere collocato presso il Distretto sanitario
oppure in locali messi a disposizione dal Comune (ex Segretariato sociale), ed
è il luogo a cui ogni cittadino può rivolgersi per ottenere qualsiasi
informazione relativa alle prestazioni sanitarie erogate dalla Asl e ai servizi
sociali erogati dal Comune, o per segnalare la necessità di assistenza
sanitaria e/o sociale.
I servizi sanitari e
socio sanitari per le persone con disabilità prevedono tre tipologie di
interventi: cure domiciliari, cure residenziali, cure in regime
semiresidenziale. Tutte le prestazioni erogate sono integrate da interventi
sociali.
LE CURE DOMICILIARI
Il Servizio Sanitario
Nazionale (SSN) garantisce alle persone non autosufficienti e in condizioni di
fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, percorsi assistenziali
nel proprio domicilio denominati “cure domiciliari”. Si tratta di un
insieme organizzato di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi,
necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e
migliorare la qualità della vita. Le cure domiciliari si integrano con le
prestazioni di assistenza sociale e di supporto alla famiglia, generalmente
erogate dal Comune di residenza della persona. Il bisogno clinico-assistenziale
viene accertato tramite idonei strumenti di valutazione multiprofessionale e
multidimensionale che consentono la presa in carico globale della persona e la
definizione di un “Progetto di assistenza individuale” (PAI) sociosanitario
integrato.
LE CURE RESIDENZIALI
La prestazione
residenziale si caratterizza di norma come prestazione di assistenza a lungo
termine a soggetti non autosufficienti in condizioni di cronicità e/o relativa
stabilizzazione delle condizioni cliniche, distinguendosi quindi dalle
prestazione di “terapia post-acuzie” (Riabilitazione e Lungodegenza
post-acuzie) svolte di norma in regime ospedaliero.
Le cure residenziali
sono generalmente indicate nel caso in cui la valutazione dei bisogni
assistenziali del paziente abbia evidenziato l’esigenza di erogare le
prestazioni in un ambiente protetto e specificatamente dedicato; inoltre, la
struttura sanitaria garantisce un’adeguata assistenza a quei pazienti che non
hanno una rete familiare e sociale in grado di prendersi cura delle sue
necessità di vita quotidiana. A seconda del tipo di necessità
prevalenti, si distinguono le cure residenziali per malati cronici non
autosufficienti da quelle dedicate alla riabilitazione dei pazienti disabili.
Pazienti non
autosufficienti
Le prestazioni,
erogate in nuclei specializzati, sono generalmente distinte in:
1. Prestazioni erogate
in Unità di Cure Residenziali Intensive
·
trattamenti
Intensivi, essenziali per il supporto alle funzioni vitali (ventilazione
meccanica e assistita, nutrizione enterale o parenterale protratta, etc.)
·
trattamenti
specialistici ad alto impegno (in caso di stato vegetativo o coma prolungato,
gravi insufficienze respiratorie, malattie neurodegerative progressive, etc.)
2. Prestazioni erogate
in Unità di Cure Residenziali Estensive
·
trattamenti
con elevata necessità di tutela sanitaria (cure mediche e infermieristiche
quotidiane),
·
trattamenti
di recupero funzionale (somministrazione di terapie endovena, nutrizione
enterale, lesioni da decubito profonde etc.)
3. Prestazioni erogate
in Nuclei Alzheimer
·
trattamenti
estensivi di carattere riabilitativo, riorientamento e tutela personale in
ambiente “protesico” a pazienti con demenza senile nelle fasi in cui il
disturbo della memoria è associato a disturbi del comportamento o
dell’affettività
4. Prestazioni erogate
in Unità di Cure Residenziali di Mantenimento:
·
trattamenti
di lungoassistenza e di mantenimento, anche di tipo riabilitativo, a pazienti
non autosufficienti con bassa necessità di tutela sanitaria
Pazienti disabili
1. Prestazioni
diagnostiche, terapeutiche, riabilitative e socioriabilitative:
·
a
persone disabili che necessitano di riabilitazione intensiva (3 ore/die) o
estensiva (almeno 1 ora/die), nonchè trattamenti di mantenimento per soggetti con
problemi ad alta intensità assistenziale, inclusi i soggetti a responsività
minimale
·
a
minori affetti da disturbi comportamentali o da patologie di interesse
neuropsichiatrico
2. Prestazioni
terapeutiche, riabilitative e socioriabilitative di mantenimento:
·
congiuntamente
a prestazioni tutelari per disabili gravi
·
in
regime residenziale congiuntamente a prestazioni tutelari per disabili privi di
sostegno familiare
LE CURE IN REGIME SEMIRESIDENZIALE
Questa tipologia di
cure viene erogata da strutture di accoglienza esclusivamente diurna, destinate
a pazienti non auto sufficienti e disabili, con lo scopo di mantenere e
potenziare le abilità e autonomie individuali e alleviare i compiti di cura e
assistenza del nucleo familiare.
Pazienti non
autosufficienti
Le prestazioni in
regime semiresidenziale offrono trattamenti di lungoassistenza e mantenimento,
inclusi anche interventi di sollievo, a persone non autosufficienti con bassa
necessita di tutela sanitaria.
Pazienti disabili
Le strutture
semiresidenziali offrono prestazioni diagnostiche, terapeutiche, riabilitative
e socioriabilitative per disabili gravi.
Per usufruire dell’assistenza socio sanitaria, il
paziente oppure i familiari, il medico/pediatra curante, i servizi sociali
devono rivolgersi al PUA dove gli operatori, svolta una prima verifica della
complessità del bisogno socio sanitario, attivano l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) del distretto sanitario per la
definitiva presa in carico.
L’équipe multidisciplinare dell’UVM effettua quindi
una valutazione multidimensionale dei bisogni assistenziali dell’utente, con
riguardo alle problematiche sanitarie, assistenziali, tutelari, psicologiche e
socio-economiche: tale attività consente la definizione di un percorso di cura
individualizzato per il paziente nel quale sono indicate le prestazioni da
erogare, gli obiettivi ed i risultati attesi nei termini di mantenimento o
miglioramento dello stato di salute della persona: nel caso di un paziente non
autosufficiente il percorso è descritto nel piano di assistenza individuale
(PAI) orientato maggiormente su un’assistenza medica ed infermieristica, mentre
nel caso di un paziente disabile si parla di piano riabilitativo individuale
(PRI) con una maggiore connotazione riabilitativa.
L’assistito, presa visione del piano individuale di
assistenza, sottoscrive un “accordo/impegno
di cura”, con la partecipazione della famiglia, dove viene
stabilita, laddove prevista dalle norme, anche l’eventuale compartecipazione
economica.
L’équipe che segue il paziente provvede a erogare le
prestazioni previste dal PAI o dal PRI, integrate da interventi di natura
sociale, nel regime assistenziale più appropriato (domiciliare, residenziale
semi-residenziale) e periodicamente, sulla base delle indicazioni del progetto
terapeutico o al verificarsi di nuove condizioni che lo richiedano, effettua
una nuova valutazione con l’obiettivo di
ridefinire il percorso di cura ed eventualmente apportare
delle modifiche.
I costi
Per la permanenza in alcune tipologie di strutture
residenziali e semiresidenziali è prevista una quota di compartecipazione da
parte dell’assistito, utilizzata per fare fronte ai costi derivanti dal
cosiddetto “comfort alberghiero” della struttura (vitto, pulizia degli arredi e
degli ambienti, attività di tipo sociale, ecc.) e calcolata in percentuale
sulla retta. Si tratta soprattutto delle strutture di lungoassistenza, nelle
quali la permanenza dei ricoverati si prolunga per mesi o indefinitivamente,
per l’impossibilità di rientrare nella propria abitazione. La quota di
compartecipazione per gli oneri sociali varia da Regione a Regione, ma si
colloca intorno al 50% della retta per i malati
cronici non autosufficienti e intorno al 40/50% per i disabili gravi.
Fonte: www.salute.gov.it
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