Ictus è un termine latino che significa
“colpo” (in inglese stroke). Insorge, infatti, in maniera
improvvisa: una persona in pieno benessere può accusare sintomi tipici che
possono essere transitori, restare costanti o peggiorare nelle ore successive.
Quando si verifica un’interruzione
dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, si determina la
morte delle cellule cerebrali di quell’area. Di conseguenza, le funzioni
cerebrali controllate da quell’area (che possono riguardare il movimento di un
braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro) vengono
perse.
L’ictus è più frequente dopo i 55 anni,
la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade ; il 75% degli ictus
si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle
persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%).
La definizione di ictus comprende:
Ictus ischemico: si verifica quando le arterie
cerebrali vengono ostruite dalla graduale formazione di una placca
aterosclerotica e/o da un coagulo di sangue, che si forma sopra la placca
arteriosclerotica (ictus trombotico) o che proviene dal cuore o da un altro
distretto vascolare (ictus trombo-embolico) . . Circa l’80% di tutti gli
ictus è ischemico.
Ictus emorragico: si verifica quando un’arteria del
cervello si rompe, provocando così un’emorragia intracerebrale non
traumatica (questa forma rappresenta il 13% di tutti gli ictus) o
caratterizzata dalla presenza di sangue nello spazio sub-aracnoideo
(l’aracnoide è una membrana protettiva del cervello; questa forma rappresenta
circa il 3% di tutti gli ictus). L’ipertensione è quasi sempre la causa
di questa forma gravissima di ictus.
Attacco ischemico transitorio o TIA, si differenzia
dall’ictus ischemico per la minore durata dei sintomi (inferiore alle 24 ore,
anche se nella maggior parte dei casi il TIA dura pochi minuti, dai 5 ai 30
minuti). Si stima che il 40% delle persone che presenta un TIA, in futuro andrà
incontro ad un ictus vero e proprio.
Fattori di rischio per ictus ischemico:
Età
Sesso maschile
Avere un familiare colpito da ictus
(genitori, fratelli/sorelle, figli)
Storia di un TIA precedente
Ipertensione arteriosa
Ipercolesterolemia
Diabete mellito
Fumo di sigaretta
Eccessivo consumo di alcol
Obesità
L’ipertrofia ventricolare sinistra, la
malattia renale cronica, la fibrillazione atriale, l’aterosclerosi carotidea e
il pregresso infarto, se non trattati in maniera adeguata, sono condizioni che
aumentano la probabilità di andare incontro ad un ictus.
Fattori di rischio per ictus emorragico
Età
Ipertensione arteriosa
Eccessivo consumo di alcol
Fumo di sigaretta
È fondamentale riconoscere
immediatamente i sintomi dell’ictus per poter intervenire quanto prima
possibile; questo consente di salvare vite e di limitare la comparsa di
disabilità. I sintomi principali, che si manifestano improvvisamente, sono:
paresi facciale, quando un lato del viso
non si muove bene come l’altro
deficit motorio degli arti superiori,
quando uno degli arti superiori non si muove o cade se confrontato con l’altro
difficoltà nel linguaggio, quando il
paziente strascica le parole o usa parole inappropriate o è incapace di
parlare.
L’alterazione anche di uno solo dei tre
segni è altamente suggestiva per un ictus. È importante annotare l’orario della
comparsa dei primi sintomi perché presso ospedali specializzati, dotati di
“stroke unit” è possibile sottoporre il paziente colpito da ictus ischemico ad
una terapia trombolitica (cioè che scioglie l’eventuale trombo) entro 3 ore
dall’esordio dei sintomi.
Altri segni che possono aiutare nella
identificazione dell’ictus sono:
improvvisa perdita di forza e di
sensibilità a carico di un braccio o di una gamba (specie se dallo stesso lato
del corpo) o di una metà del viso
improvvisa perdita di vista (o di una
parte del campo visivo) a carico di uno o di entrambi gli occhi l’’improvvisa
perdita di equilibrio, comparsa di sbandamenti o vertigini
improvviso e lancinante mal di testa
improvvisa incapacità a parlare (afasia)
o la comparsa di un modo di parlare biascicato o con parole incomprensibili
improvvisa incapacità di comprendere
cosa le altre persone dicono
L’acronimo FAST, usato dagli
americani, consente di ricordare facilmente alcuni test da fare nel sospetto
che una persona sia stata colpita da un ictus(Cincinnati Prehospital Stroke
Scale).:
F (come Faccia): chiedere ad una persona di
sorridere e osservare se un angolo della bocca non si solleva o ‘cade’;
A (come Arms: braccia): chiedere alla persona di
sollevare entrambe le braccia e osservare se un braccio tende a cadere verso il
basso;
S (come Speech: linguaggio): chiedere alla persona
di ripetere una frase semplice e valutare se il suo modo di parlare risulti
strano (parole senza senso) o biascicato;
T (come Tempo): se è presente uno qualunque di
questi segni, chiamare immediatamente il 118.
La diagnosi di ictus viene fatta in
ospedale mediante l’ausilio di:
TAC cerebrale (senza mezzo di contrasto): è
l’esame indicato il prima possibile, dopo l’arrivo in pronto soccorso (permette
di distinguere tra ictus ischemico ed emorragico ed evidenzia eventuali segni
di sofferenza ischemica cerebrale precoci). E’ consigliabile ripetere questo
esame a distanza di 48 ore.
ecodoppler vasi epiaortici: viene effettuato abitualmente
durante il ricovero e consente di evidenziare la presenza di aterosclerosi
carotidea
ecocardiogramma (transtoracico o
transesofageo): indicata
nello studio di eventuale embolia cardiaca
angiografia cerebrale: viene effettuata nelle prime ore
dall’ictus, solo nel caso in cui si decida di trattare il paziente con
intervento endovascolare di disostruzione arteriosa.
Trattamento
dell’ictus ischemico in fase acuta
Trombolitici: vengono somministrati endovena, entro 3 ore dall’inizio dei sintomi (mai oltre le 4-5 ore) in ambiente ospedaliero (dopo la TAC). Questi farmaci, aiutano a sciogliere il trombo e a ripristinare il flusso di sangue nell’area interessata; prima si interviene e più cellule cerebrali si salvano ("il tempo è cervello"), consentendo una migliore ripresa dal’ictus. Questi farmaci hanno molte limitazioni (possono provocare un’emorragia cerebrale), quindi possono essere somministrati dal medico solo a pazienti selezionati.
Rimozione meccanica del trombo: i medici possono rimuovere il trombo
che ha causato l’ictus, introducendo uno speciale catetere nell’arteria
cerebrale.
Farmaci antiaggreganti: come l'acido acetilsalicilico
(aspirina); questi farmaci sono indicati in fase acuta ad eccezione dei
pazienti da sottoporre alla terapia trombolitica.
Farmaci anticoagulanti (es. warfarin): vengono
somministrati in prevenzione secondaria ai pazienti con fibrillazione atriale o
altre cause di ictus tromboembolico
Disostruzione della carotide in presenza di grave aterosclerosi
carotidea (la carotide interna è la grande arteria del collo che porta il
sangue al cervello in due modi:
1. endoarteriectomia carotidea (TEA): il
chirurgo apre l’arteria carotide che decorre nella parte laterale del collo e
la ripulisce delle placche aterosclerotiche che la ostruiscono
2.
angioplastica
e stent: il medico inserisce nella carotide (introdotto da un’arteria
dell’inguine) un catetere sormontato da un palloncino che dilata
l’arteria ostruita, inserendo poi una retina metallica (stent) per
mantenerla aperta
Trattamento dell’ictus emorragico
Emergenza
Lo scopo del trattamento è controllare il sanguinamento e ridurre la pressione intracranica. Fare attenzione ai pazienti già in trattamento con anticoagulanti orali o potenti antiaggreganti piastrinici, farmaci o trasfusioni di emocomponenti, in quanti possono neutralizzare gli effetti di questi farmaci. In caso di emorragie importanti il neurochirurgo può intervenire chirurgicamente per bloccare l'emorragia.
Lo scopo del trattamento è controllare il sanguinamento e ridurre la pressione intracranica. Fare attenzione ai pazienti già in trattamento con anticoagulanti orali o potenti antiaggreganti piastrinici, farmaci o trasfusioni di emocomponenti, in quanti possono neutralizzare gli effetti di questi farmaci. In caso di emorragie importanti il neurochirurgo può intervenire chirurgicamente per bloccare l'emorragia.
Riabilitazione
Dopo la fase delle terapie di emergenza, il trattamento dell'ictus è mirato a recuperare quanto più possibile le funzioni cerebrali danneggiate dall'ictus. Questo si ottiene con specifici programmi di riabilitazione, che vanno iniziati il più presto possibile (riabilitazione motoria, logopedia ecc.). Si può prospettare il rientro al proprio domicilio, che è ovviamente la soluzione auspicabile, oppure il trasferimento in strutture riabilitative/assistenziali, a seconda del grado di deficit residuo e delle condizioni socio-economiche.
Dopo la fase delle terapie di emergenza, il trattamento dell'ictus è mirato a recuperare quanto più possibile le funzioni cerebrali danneggiate dall'ictus. Questo si ottiene con specifici programmi di riabilitazione, che vanno iniziati il più presto possibile (riabilitazione motoria, logopedia ecc.). Si può prospettare il rientro al proprio domicilio, che è ovviamente la soluzione auspicabile, oppure il trasferimento in strutture riabilitative/assistenziali, a seconda del grado di deficit residuo e delle condizioni socio-economiche.
Fase post ricovero
La fase che segue il ricovero è la più delicata perché vanno affrontati i problemi riguardanti il paziente, la famiglia, l'organizzazione degli interventi a livello territoriale; vanno programmati interventi riabilitativi (fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale), interventi clinici (terapia antipertensiva, ipolipemizzante, antiaggregante, anticoagulante e il trattamento delle comorbidità, come il diabete, la bronchite cronica, la malattia renale cronica ecc.).
Fondamentale è l'attenzione verso lo stile di vita sano (alimentazione sana e abolizione del fumo), già descritto nella sezione prevenzione; una attenzione particolare va rivolta verso l'attività fisica; infatti è dimostrato che una grave menomazione funzionale causa sedentarietà, che, a sua volta, causa nuove menomazioni, nuove limitazioni funzionali, nuova disabilità con riduzione ulteriore dell'attività motoria e della partecipazione sociale.
Esistono programmi specifici di attività fisica adattata per pazienti con esiti cronici di ictus cerebrale.
Inoltre non va dimenticato il sostegno psicologico al paziente, con la prevenzione alla depressione e il sostegno alla famiglia.
Il 50% degli ictus ischemici potrebbe
essere prevenuto modificando lo stile di vita; infatti esso è attribuibile ad
una mancata adesione ad uno stile di vita salutare (astensione dal fumo,
regolare attività fisica e alimentazione corretta)
Come si può prevenire l’ictus:
Smettere di fumare: è molto importante, perché il fumo raddoppia il
rischio di ictus (il fumo facilita la formazione di placche aterosclerotiche,
danneggia le pareti dei vasi, facilita l’aggregazione piastrinica)
Seguire una alimentazione sana: l’alimentazione
deve essere varia ed equilibrata; non superare i 5 grammi di sale al giorno;
limitare il consumo di grassi, in particolare colesterolo e grassi saturi,
contenuti nei prodotti di origine animale; consumare almeno 5 porzioni al
giorno fra frutta e verdura; consumare il pesce almeno due volte a settimana;
limitare il consumo di dolci; assicurare un adeguato apporto di fibre
attraverso il consumo di cereali integrali (pane, pasta e riso) e legumi.
Alcuni nutrienti hanno un’azione protettiva: i grassi omega-3 contenuti nel pesce, le fibre, il potassio (contenuto nella frutta e verdura) e il calcio (consumare regolarmente latte scremato e latticini a basso contenuto di grassi), gli antiossidanti come la vitamina C ed E (contenuti nella frutta e verdura),
Alcuni nutrienti hanno un’azione protettiva: i grassi omega-3 contenuti nel pesce, le fibre, il potassio (contenuto nella frutta e verdura) e il calcio (consumare regolarmente latte scremato e latticini a basso contenuto di grassi), gli antiossidanti come la vitamina C ed E (contenuti nella frutta e verdura),
Esercizio fisico regolare (almeno
30 minuti, tutti i giorni) di tipo aerobio (es. passeggiare a passo svelto,
andare in bicicletta, nuotare, ballare, fare le scale a piedi).
Dimagrire se in sovrappeso, riducendo la quantità di cibo consumata
quotidianamente e aumentando la regolare attività fisica
Non eccedere nelle bevande alcoliche;la dose massima consentita: 2 bicchieri di vino al
giorno per gli uomini, 1 bicchiere al giorno per le donne da consumare
preferibilmente durante i pasti
Controllare la pressione arteriosa
regolarmente (se non si è ipertesi, va
controllata almeno una volta l’anno), visto che l’ipertensione rappresenta uno
dei principali fattori di rischio per ictus. L’obiettivo da raggiungere è una
pressione inferiore a 140/90 mmHg.
Controllare il polso e
se si ha la sensazione che sia irregolare, parlarne con il proprio medico
curante.
Controllare i livelli di colesterolemia
totale, LDL, trigliceridemia, glicemia, ricordando che i fattori di rischio sono
modificabili attraverso un sano stile di vita e se necessario una adeguata
terapia farmacologica, che va protratta per tutta la vita, seguendo le
indicazioni del proprio medico curante.
Fonte: www.salute.gov.it
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