La tiroide è un organo impari, situato nella regione anteriore del collo alla
base della gola. Questa ghiandola ricopre un ruolo fisiologico estremamente
importante, poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale,
partecipa alla regolazione del metabolismo corporeo e allo sviluppo
di pelle, apparato pilifero ed organi genitali.
Situata anteriormente rispetto alla laringe e
alla trachea, la tiroide consta di due lobi, uno destro ed uno sinistro, tra loro
congiunti da una porzione trasversale detta istmo; questa particolarità
anatomica conferisce alla tiroide un aspetto simile ad una H o, più
artisticamente, ad una piccola farfalla. In un adulto sano ciascun lobo misura
circa cinque centimetri, mentre la tiroide raggiunge, nel suo insieme, un peso
di circa venti grammi. Peso e dimensioni possono tuttavia variare, anche
considerevolmente, in base all'età (calano con l'invecchiamento), al sesso (sono superiori negli uomini) e alle modificazioni ormonali (pubertà , gravidanza,allattamento, fase del ciclo mestruale, menopausa).
Nonostante le ridotte
dimensioni, la tiroide influenza l'attività di buona parte dell'organismo
attraverso gli ormoni che
produce e secerne nel circolo sanguigno. La tiroide è quindi una ghiandola
endocrina; ghiandola perché sintetizza e libera ormoni, endocrina perché
riversa il suo secreto nei liquidi interni all'organismo, nello specifico nel
sangue.
Riccamente vascolarizzata,
produce due ormoni importantissimi, la triiodotironina
(T3) e la tiroxina (T4),
che qualcuno ha bonariamente paragonato a dei "divoratori di
grassi". Prima di spiegare il perché di questa similitudine, è
opportuno spendere qualche parola sul loro metabolismo. Per sintetizzare questi
ormoni la tiroide ha bisogno, innanzitutto, di un minerale - lo iodio -
contenuto nel sale marino,
in quello iodato, nel pesce ed
in molti frutti di
mare. Non a caso, troviamo quattro molecole di iodio in ciascuna
molecola di tiroxina, da cui l'abbreviazione T4, e tre atomi di iodio per
ogni molecola di triodiotironina, da cui l'abbreviazione T3.
In secondo luogo, la tiroide necessita di un amminoacido ordinario, la tirosina, che l'organismo può sintetizzare a partire da un aminoacido essenziale, la fenilalanina, contenuto negli alimenti proteici, come la carne, il pesce, le uova ed i legumi. Mentre le carenze di tirosina sono estremamente rare, esistono alcune regioni del pianeta in cui l'apporto alimentare di iodio è del tutto insufficiente ad assicurare la normale attività della tiroide. Nel tentativo di sopperire a queste carenze, la ghiandola aumenta di dimensioni formando il cosiddetto gozzo: una massa voluminosa visibile ad occhio nudo nella parte anteriore del collo. Una simile alterazione può verificarsi anche nelle condizioni opposte, cioè quando l'organismo riceve esagerate quantità di iodio - attraverso la dieta o farmaci specifici - che lo inducono a sintetizzare un surplus di ormoni tiroidei.
In secondo luogo, la tiroide necessita di un amminoacido ordinario, la tirosina, che l'organismo può sintetizzare a partire da un aminoacido essenziale, la fenilalanina, contenuto negli alimenti proteici, come la carne, il pesce, le uova ed i legumi. Mentre le carenze di tirosina sono estremamente rare, esistono alcune regioni del pianeta in cui l'apporto alimentare di iodio è del tutto insufficiente ad assicurare la normale attività della tiroide. Nel tentativo di sopperire a queste carenze, la ghiandola aumenta di dimensioni formando il cosiddetto gozzo: una massa voluminosa visibile ad occhio nudo nella parte anteriore del collo. Una simile alterazione può verificarsi anche nelle condizioni opposte, cioè quando l'organismo riceve esagerate quantità di iodio - attraverso la dieta o farmaci specifici - che lo inducono a sintetizzare un surplus di ormoni tiroidei.
Malattie della tiroide
Si definisce ipertiroidismo una
condizione clinica caratterizzata dall'aumento degli ormoni tiroidei in
circolo. L'ipotiroidismo ricalca invece la condizione opposta (sindrome clinica
caratterizzata da sintesi insufficiente o carente azione di T3 e T4 a livello tissutale).
Gli ipertiroidismi possono essere primitivi, cioè dovuti a malattie della tiroide, secondari e terziari; i primi dipendono da patologie che ne incrementano l'attività, quali la malattia di Basedow o morbo di Graves (di origine autoimmune), l'adenoma iperfunzionante ecc; gli ipertiroidismi secondari dipendono da iperincrezione di TSH, in genere a causa di un tumore ipofisario; infine, le forme terziarie sono provocate da eccessiva secrezione ipotalamica di TRH. Qualunque sia la sua natura, l'ipertiroidismo determina un aumento del consumo di ossigeno, cui consegue un aumento dell'attività cardiaca, della produzione di calore, del catabolismo e dell'irritabilità del sistema nervoso.
Similmente all'eccesso, anche un difetto nella quantità di ormoni tiroidei (ipotiroidismo) può avere origini primitive o secondarie. Gli ipotiroidismi primitivi dipendono da alterazioni della tiroide che ne abbassano l'attività, quali atrofia idiopatica, carenza di iodio nella dieta o tiroidectomia (asportazione chirurgica della tiroide). Gli ipotiroidismi secondari sono in relazione con deficit di increzione dei due principali ormoni che regolano l'attività della ghiandola (TRH e TSH) per patologie ipotalamiche e/o ipofisarie, quali neoplasie, o per loro asportazione chirurgica.
Gli ipertiroidismi possono essere primitivi, cioè dovuti a malattie della tiroide, secondari e terziari; i primi dipendono da patologie che ne incrementano l'attività, quali la malattia di Basedow o morbo di Graves (di origine autoimmune), l'adenoma iperfunzionante ecc; gli ipertiroidismi secondari dipendono da iperincrezione di TSH, in genere a causa di un tumore ipofisario; infine, le forme terziarie sono provocate da eccessiva secrezione ipotalamica di TRH. Qualunque sia la sua natura, l'ipertiroidismo determina un aumento del consumo di ossigeno, cui consegue un aumento dell'attività cardiaca, della produzione di calore, del catabolismo e dell'irritabilità del sistema nervoso.
Similmente all'eccesso, anche un difetto nella quantità di ormoni tiroidei (ipotiroidismo) può avere origini primitive o secondarie. Gli ipotiroidismi primitivi dipendono da alterazioni della tiroide che ne abbassano l'attività, quali atrofia idiopatica, carenza di iodio nella dieta o tiroidectomia (asportazione chirurgica della tiroide). Gli ipotiroidismi secondari sono in relazione con deficit di increzione dei due principali ormoni che regolano l'attività della ghiandola (TRH e TSH) per patologie ipotalamiche e/o ipofisarie, quali neoplasie, o per loro asportazione chirurgica.
I sintomi dell'ipotiroidismo dipendono
dal rallentamento generale del metabolismo e
della funzionalità nervosa, che determina cretinismo nel
feto, ridotta crescita
staturale e dello sviluppo sessuale in epoca puberale, mixedema
nell'adulto (pallore, voce roca, cute mixedematosa ecc). Qualunque sia la sua
causa, la difettosa sintesi di ormoni tiroidei stimola l'increzione dell'ormone
tireostimolante ed il suo fattore di rilascio ipotalamico. Come descritto in
precedenza, il bersaglio di questi ormoni è la tiroide, che accelera la propria
attività aumentando, come i muscoli in risposta all'allenamento, il proprio
volume (ipertrofia tiroidea o gozzo) fino a raggiungere un peso di
centinaia di grammi.
Se tale compenso è
sufficiente si mantiene la normale funzionalità tiroidea (gozzo semplice), in
caso contrario si ha ipotiroidismo con gozzo.
Nell'adulto, quindi, gli ormoni tiroidei non sono
essenziali per la sopravvivenza, ma sono importanti per la qualità della vita.
I disturbi della tiroide
sono piuttosto frequenti, tanto da colpire in media una persona su venti, con
una netta prevalenza nella popolazione femminile. Come accennato queste
disfunzioni possono avere varia natura (ipertiroidismo, ipotiroidismo, crescita
anomala della tiroide e, più raramente, tumori della
ghiandola tiroidea). La cura del disturbo, attraverso farmaci
specifici, porta generalmente alla guarigione e anche il cancro alla
tiroide, se preso in tempo, può essere debellato. La semplice presenza del gozzo non
è sufficiente per stabilire quale patologia affligga il paziente; l'aumento di
volume della tiroide è infatti un sintomo comune sia a casi di
iper, normo che ipotiroidismo.
Alimenti gozzigeni
Sono considerati gozzigeni
tutti quegli alimenti che apportano sostanze in grado di interferire con il
metabolismo dello iodio.
Ritroviamo tali elementi soprattutto nella famiglia delle crucifere (colza,
cavoli, rape, crescione, rucola, ravanello, rafano)
e nel latte delle vacche nutrite con questi vegetali. Nella categoria dei
gozzigeni rientrano anche altri alimenti, come la soia, gli spinaci,
il miglio,
la tapioca e la lattuga. Anche alcuni additivi
alimentari, come i nitrati presenti
nel pesce e nelle carni conservate, impediscono l'assunzione di iodio da parte
della tiroide. Una carenza di questo minerale può causare ipotiroidismo,
con conseguente comparsa di gozzo (vistoso
incremento di volume e di peso della tiroide),
da cui il termine "gozzigeni".
L'attività anti-iodio di
questi alimenti è dovuta ai prodotti dell'idrolisi dei glucosinolati,
quali tiocianati, isotiocianati e
goitrine. In linea generale questi composti vengono inattivati dalla cottura e
la loro azione antagonista nei confronti del metabolismo complessivo dello
iodio è trascurabile.
La presenza di alimenti
gozzigeni nella dieta assume importanza clinica solamente quando l'apporto
alimentare di iodio è particolarmente basso (eventualità scongiurata dal
semplice consumo di sale iodato).
Infine, vale la pena
ricordare che molti degli alimenti citati in questo articolo forniscono
all'organismo un prezioso carico di antiossidanti e
di altre sostanze che possono contribuire al mantenimento dello stato di salute
dell'uomo (molti
isotiocianati hanno dimostrato proprietà antitumorali). Se non si è
a rischio di carenze iodiche particolari, come quelle derivanti da deficit
enzimatici familiari, e non si soffre già di ipotiroidismo, non vale dunque la
pena rinunciare a questi alimenti soltanto per il timore del loro effetto
gozzigeno.
"Campanello d'allarme"
Se avete alle
spalle una storia familiare di problemi alla tiroide, potreste correre un
maggior rischio di sviluppare gli stessi. E' sempre bene informarsi riguardo
alla propria storia familiare, in modo da poter agire in direzione della prevenzione di eventuali problemi.
Come detto in precedenza I problemi alla tiroide più
comuni sono rappresentati dall'ipotiroidismo e
dall'ipertiroidismo,
che possono causare numerosi cambiamenti ormonali e fisici nel nostro corpo,
coinvolgendo il nostro peso, la pelle, i capelli e il nostro modo di vivere in
generale.
Ecco
alcuni dei sintomi più
comuni di problemi alla tiroide.
1)
Dolori muscolari e articolari
Dolori
muscolari e articolari, tendinite e tunnel carpale possono essere
considerati tra
i sintomi di possibili problemi alla tiroide non diagnosticati. Per quanto
riguarda l'ipotiroidismo si parla di: generale debolezza
muscolare, dolori muscolari inclusi i crampi, tendinite alle gambe e alle
braccia, sindrome del tunnel carpale. Mentre per l'ipertiroidismo si parla di: difficoltà a salire le
scale, difficoltà ad afferrare gli oggetti con le mani e a sollevare le braccia
sopra la testa. In alcuni casi le difficoltà possono includere i muscoli
coinvolti nella deglutizione, quindi potrebbero presentarsi problemi a
deglutire.
2)
Problemi alla pelle
La
pelle è particolarmente vulnerabile nei confronti dei problemi alla tiroide.
Nel caso dell'ipotiroidismo la pelle può
mutare e
diventare secca, ruvida, spessa e screpolata. Nell'ipertiroidismo invece la
pelle può diventare molto fragile e
sottile. E' dunque bene tenere conto dei sintomi che riguardano
la pelle e cambiamenti più o meno improvvisi nella diagnosi dei problemi alla
tiroide.
3)
Caduta dei capelli
Così
come la pelle, anche i capelli vengono coinvolti nei problemi alla tiroide.
Nell'ipotiroidismo, ad esempio,
i capelli possono diventare ruvidi e secchi, spezzarsi e cadere facilmente. Anche in caso di ipertiroidismo può
presentarsi una abbondante perdita di capelli. E' dunque importante non
sottovalutare i cambiamenti che possono interessare la nostra chioma per
valutare il nostro stato di salute in riferimento alla tiroide.
4)
Disordini intestinali
Il
nostro intestino può essere facilmente coinvolto nei
problemi alla tiroide sia per quanto riguarda la stitichezza sia per quanto
concerne la diarrea e la sindrome del colon irritabile. La stitichezza è di frequente associata
all'ipotiroidismo, mentre la diarrea o la sindrome del colon
irritabile vengono associate all'ipertiroidismo.
5)
Cambiamento di peso inatteso
Un
acquisto o una perdita di peso che avvengano in modo inatteso e
piuttosto rapido possono
rappresentare un
segnale di problemi alla tiroide. Un aumento di peso che arrivi dopo una dieta
dimagrante e un programma di allenamento potrebbe indicare ipotiroidismo.
Invece, un rapido calo di peso può essere dovuto ad una maggiore produzione di
ormoni da parte della tiroide rispetto alle necessità dell'organismo.
6)
Problemi mestruali e di fertilità
Mestruazioni
con flusso più abbondante, più frequenti e più dolorose del solito vengono associate con
l'ipotiroidismo, mentre mestruazioni più brevi, leggere o meno frequenti
possono essere ricollegate all'ipertiroidismo. Anche i disturbi legati
all'infertilità possono essere associati a problemi alla tiroide non
diagnosticati.
7)
Colesterolo alto
Avete
il colesterolo alto? Forse non avete mai pensato che potrebbe trattarsi di un
sintomo da ricollegare a problemi alla tiroide. Il colesterolo alto, specialmente quando i livelli non
variano con la dieta, l'esercizio fisico e i medicinali per abbassarlo, può costituire un
segno di ipotiroidismo.
Più raramente livelli bassi di colesterolo possono essere un sintomo di
ipertiroidismo.
8)
Affaticamento e spossatezza
Spossatezza
e un forte senso di affaticamento, che possono contribuire a farvi sentire sempre stanchi e privi di energia come se 8 0 10 ore di sonno per notte
non bastassero per rendervi in grado di affrontare la giornata senza fare un
pisolino, possono
rappresentare sintomi
di problemi alla tiroide. In particolare l'ipertiroidismo viene collegato
all'insonnia, che non consente il riposo notturno e lascia esausti durante il
giorno.
9)
Sensazione di caldo o freddo eccessivo
Vi
capita di sentire caldo o freddo senza una ragione apparente? Anche questo
fenomeno può rappresentare un segno di problemi alla tiroide. Un cambiamento a
livello ormonale, infatti, può interferire con la capacità del copro di regolare
la propria temperatura. L'ipotiroidismo può portare a sentire freddo anche in
una stanza calda o ad avere spesso mani e piedi freddi,
mentre l'ipertiroidismo può causare sudore eccessivo e difficoltà a tollerare
il caldo.
10)
Ansia e depressione
Ansia
e depressione possono
rappresentare alcuni
dei sintomi piuttosto comuni di problemi alla tiroide. L'ipotiroidismo di
solito viene associato alla depressione, mentre l'ipertiroidismo viene
ricollegato all'ansia e agli attacchi di panico.
La depressione che non risponde all'assunzione di antidepressivi potrebbe
essere il segnale di problemi alla tiroide non diagnosticati.
Nessun commento:
Posta un commento