mercoledì 4 febbraio 2015

Endometriosi


L’endometriosi è una patologia ginecologica benigna che accompagna l’età fertile della donna.
L'endometriosi è la crescita di un tessuto simile al rivestimento dell'utero in sedi dove esso, normalmente, non dovrebbe esserci (cioè al di fuori dell’utero). Tale tessuto risponde alle variazioni ormonali che caratterizzano il ciclo mestruale, proliferando, sfaldandosi e sanguinando proprio come l'endometrio uterino (rivestimento più interno dell’utero). La trasudazione di sangue che avviene durante la mestruazione causa irritazioni locali e, a lungo andare, cicatrici che possono dare origine ad aderenze più o meno diffuse tra vari organi e tessuti.
L’Endometriosi può colpire le donne dalla prima mestruazione ed eccezionalmente anche prima del primo ciclo mestruale nella infanzia, e qualche volta può persistere dopo la menopausa; od a seguito di ormoni presi per i sintomi in menopausa può far continuare l’endometriosi.
La malattia si sviluppa indipendentemente dal fatto di aver avuto o meno gravidanze anche se dopo le gravidanze, qualora presente già da prima, sembra avere una crescita più accelerata.
Il sintomo cardine dell'endometriosi è rappresentato dal dolore, che può essere leggero, moderato o severo, con una tendenza al peggioramento nel corso degli anni se la condizione non viene trattata. In alcune donne l'endometriosi ha un decorso asintomatico; quando presente, il dolore è diffuso nella regione pelvica, talvolta è aggravato dai rapporti sessuali, dalla minzione o dalla defecazione ed è tipicamente accompagnato a mal di schiena e dolori addominali. I sintomi dolorosi possono protrarsi dalla fase pre-mestruale a quella post-mestruale (dismenorrea), ma possono essere esacerbati anche dall'ovulazione. La donna colpita da endometriosi può anche lamentare un flusso mestruale particolarmente abbondante (menorragia) o sanguinamenti al di fuori del ciclo mestruale (menometrorragia).
L'endometriosi è nota come una delle principali cause di sterilità  femminile. Approssimativamente dal 30% a 40% di donne con endometriosi è sterile, infatti alcune donne non scoprono la loro endometriosi fino a che non hanno difficoltà a restare incinta.



Esami, cure e terapie
  • ecografia transvaginale: è usata soprattutto la sonda vaginale ad alta frequenza, la cui sensibilità e specificità, in questi casi, è molto alta;
  • laparoscopia ed in alcuni casi la laparotomia: veri e propri interventi chirurgici che permettono, secondo i casi più o meno gravi, la possibilità di prelevare dei campioni dalle lesioni per poterli analizzare (biopsia), e l'asportazione o la distruzione delle stesse. È evidente che, nei casi di endometriosi interessante organi extraginecologici, saranno utili esami d'organo più specifici (colonscopiacistoscopia).
Il periodo più indicato per eseguire questi esami è quello premestruale in cui le aree sono congeste, quindi più evidenti.
Importante per la diagnosi è anche il dosaggio plasmatico della proteina CA 125, che è una proteina presente sulla superficie degli epiteli cellulari come quello di peritoneo, pleura, pericardio, cerviceendometrio, tuba. Questa proteina viene prodotta da queste cellule, ed in parte viene riversata in circolo. Il valore nel siero del Ca-125, specifico per il tumore epiteliale sieroso dell'ovaio, è moderatamente elevato nell'endometriosi, ed elevatissimo nel tumore dell'ovaio. Questo metodo consente quindi di differenziare l'una dall'altra malattia, ma è scarsamente sensibile e non utilizzato come screening e monitoraggio dell'endometriosi.




Nelle forme minime di endometriosi è consigliabile l'attesa di 6-12 mesi poiché si può verificare una guarigione spontanea. Negli altri casi, la terapia può essere medica, con farmaci, oppure chirurgica, conservativa o demolitiva. La scelta dipende dalla gravità della malattia, dal desiderio della riproduzione e dall'età della donna.  
La terapia chirurgica conservativa viene eseguita soprattutto per la cura della sterilità mediante le metodiche di laparoscopia o, meno frequentemente, laparotomia, e consiste nella liberazione di aderenze pelviche, nella distruzione delle lesioni minime e nell'asportazione di cisti ovariche (endometriomi) anche voluminose (fino a 10-12 cm).
La terapia chirurgica demolitiva viene eseguita per le lesioni più gravi ed estese, in donne non più desiderose di prole, soprattutto in caso di inefficacia della terapia medica (che, comunque, può essere propedeutica all'intervento stesso).
La terapia medica si basa sul fatto che gli estrogeni stimolano l'endometrio, quindi utilizza prodotti che abbiano in qualche modo un'attività anti-estrogenica, in modo da atrofizzare l'endometrio ectopico. Può essere prescritta a quelle donne con endometriosi minima con o senza desiderio di prole, in preparazione ad un intervento chirurgico per ridurre le dimensioni delle lesioni e degli endometriosi, oppure dopo un intervento chirurgico riduttivo, ma non risolutivo della malattia, per completare i benefici terapeutici.
Le cure della endometriosi pelvica deve tendere alla completa eliminazione di tutti i focolai presenti, possibilmente conservando il più possibile le strutture genitali interne,cioè l’utero,le salpingi o tube,le ovaie e liberando la pelvi dalle frequenti aderenze che la malattia fa formare tra gli organi della pelvi femminile. Tali aderenze e degenerazioni fibrotiche sono causa dei forti dolori che la donna avverte durante la fase attiva della malattia.



Le terapie alternative quali omeopatia, antidolore, agopuntura ecc., non curano la endometriosi.
La gravidanza non cura la endometriosi ma la donna sente molto meno dolori e generalmente dopo la gravidanza i sintomi della malattia aumentano.
La terapia medica si avvale di alcuni farmaci che bloccano gli ormoni ovarici:
Progestinici (derivati del progesterone): comportano una progressiva riduzione dei focolai endometriosici ectopici con successiva atrofia;
Danazolo e gestrinone: derivati dagli ormoni androgeni. Inibiscono l'ovulazione, quindi riducono il livello circolante di estrogeni e di progesterone. Ne consegue un'intensa atrofia dell'endometrio, migliorando sia la sintomatologia dolorosa che la possibilità di avere una gravidanza;
Analoghi sintetici dell'LH-RH: sono farmaci che bloccano la secrezione di alcuni ormoni dall'ipofisi. La loro somministrazione continua porta ad un esaurimento della sintesi degli estrogeni da parte dell'ovaio, simile alla castrazione medica. Attualmente, la terapia medica di prima scelta per l'endometriosi è rappresentata proprio dagli analoghi dell'LH-RH.

Questi farmaci inducono una menopausa temporanea che presenta tutti i sintomi di una menopausa vera e propria: Secchezza vaginale, perdita di calcio, vampate, ecc. Attualmente si possono associare piccole dosi di terapia con ormoni femminili per ridurre gli effetti di tipo menopausa, tali terapie non curano la malattia.

Esiste una relazione tra alimentazione ed endometriosi?

È stata dimostrata l’esistenza di una relazione tra igiene alimentare e insorgenza di malattie degenerative, mancano però ulteriori studi scientifici in grado di determinare l’esatta correlazione tra patologia in atto e modello alimentare.  Sicuramente un’equilibrata alimentazione e un giusto e regolare controllo della funzione intestinale favoriscono una vita sana e una minor incidenza di patologie croniche e degenerative.
Per quanto riguarda l’endometriosi, uno studio pubblicato su Human Reproduction dagli studiosi della Harvard Medical School di Boston ha messo in evidenza come il più elevato consumo di acidi grassi insaturi (Omega 3) riduca il rischio di endometriosi del 22%, mentre al contrario un eccessivo consumo di acidi grassi saturi “grassi cattivi” può aumentarlo del 48%. Il meccanismo per cui gli omega 3 siano favorevoli è da mettere in relazione con il metabolismo delle prostaglandine. Un’altra ricerca coordinata dall’Istituto Mario Negri ha, invece, dimostrato come le verdure a foglie verdi siano importanti nella riduzione di rischio.



Perché è meglio ridurre caffeina, alcol, cioccolato, grassi saturi, bevande ad alto contenuto di zucchero e carboidrati raffinati?

Le sostanze eccitanti di uso comune, come il caffè e le sigaretteandrebbero rispettivamente ridotte e abolite. L’abuso di caffeina e nicotina portano a un aumento dello stress psicofisico con ripercussioni importanti su tutti gli apparati. Bisogna moderare, inoltre, il consumo di alcol, cioccolato, grassi animali, carboidrati raffinati, latte anche se, nel lavoro dell’Istituto Mario Negri, non si è dimostrata una correlazione significativa per il rischio di endometriosi.  Favorevole è invece l’assunzione di fibre con la dieta, poiché oltre a regolare la funzione intestinale, contribuiscono alla riduzione del livello degli estrogeni circolanti, con minore impatto sui tessuti dipendenti. Pertanto è opportuno mettere alla base dell’alimentazione il consumo di cereali integrali, legumi, frutta e verdura, pesce, mentre è bene limitare le proteine di origine animale.

Quanto, invece, sono importanti le vitamine e che ruolo hanno nei casi di endometriosi?

Molto si legge sull’interazione del corretto apporto alimentare di vitamine e l’insorgenza di endometriosi, ma per poter definire quali gruppi siano realmente utili nella cura della malattia, occorrono altri studi prospettici, molto lunghi e complessi. Sicuramente bisogna favorire una dieta con abbondante frutta fresca e secca con guscio, come le noci, e le granaglie (i semi di lino e di girasole).



Fonti: www.endometriosi.it
           www.dietaland.com

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