L’endometriosi è una
patologia ginecologica benigna che accompagna l’età fertile della donna.
L'endometriosi
è la crescita di un tessuto simile al rivestimento dell'utero in sedi dove
esso, normalmente, non dovrebbe esserci (cioè al di fuori dell’utero). Tale
tessuto risponde alle variazioni ormonali che caratterizzano il ciclo
mestruale, proliferando, sfaldandosi e sanguinando proprio come l'endometrio
uterino (rivestimento più interno dell’utero). La trasudazione di sangue che
avviene durante la mestruazione causa irritazioni locali e, a lungo andare,
cicatrici che possono dare origine ad aderenze più o meno diffuse tra vari
organi e tessuti.
L’Endometriosi può colpire le donne dalla prima mestruazione ed eccezionalmente anche prima del primo ciclo mestruale nella infanzia, e qualche volta può persistere dopo la menopausa; od a seguito di ormoni presi per i sintomi in menopausa può far continuare l’endometriosi.
L’Endometriosi può colpire le donne dalla prima mestruazione ed eccezionalmente anche prima del primo ciclo mestruale nella infanzia, e qualche volta può persistere dopo la menopausa; od a seguito di ormoni presi per i sintomi in menopausa può far continuare l’endometriosi.
La malattia si sviluppa indipendentemente dal fatto di aver
avuto o meno gravidanze anche se dopo le gravidanze, qualora presente già da prima,
sembra avere una crescita più accelerata.
Il sintomo cardine
dell'endometriosi è rappresentato dal dolore, che può essere leggero, moderato
o severo, con una tendenza al peggioramento nel corso degli anni se la
condizione non viene trattata. In alcune donne l'endometriosi ha un decorso
asintomatico; quando presente, il dolore è diffuso nella regione pelvica,
talvolta è aggravato dai rapporti sessuali, dalla minzione o dalla defecazione ed
è tipicamente accompagnato a mal di schiena e dolori addominali. I sintomi dolorosi possono
protrarsi dalla fase pre-mestruale a quella post-mestruale (dismenorrea), ma
possono essere esacerbati anche dall'ovulazione. La donna colpita da
endometriosi può anche lamentare un flusso mestruale particolarmente abbondante (menorragia) o
sanguinamenti al di fuori del ciclo mestruale (menometrorragia).
sterilità femminile. Approssimativamente
dal 30% a 40% di donne con endometriosi è sterile, infatti alcune donne non
scoprono la loro endometriosi fino a che non hanno difficoltà a restare
incinta.
sterilità femminile.
Esami,
cure e terapie
- ecografia
transvaginale: è usata soprattutto
la sonda vaginale ad alta frequenza, la cui sensibilità
e specificità, in questi casi, è molto alta;
- laparoscopia ed
in alcuni casi la laparotomia:
veri e propri interventi chirurgici che permettono, secondo i casi più o
meno gravi, la possibilità di prelevare dei campioni dalle lesioni per
poterli analizzare (biopsia), e l'asportazione o la distruzione delle
stesse. È evidente che, nei casi di endometriosi interessante organi
extraginecologici, saranno utili esami d'organo più specifici (colonscopia, cistoscopia).
Il periodo più indicato per eseguire questi esami è
quello premestruale in cui le aree sono congeste, quindi più evidenti.
Importante per la diagnosi è anche il dosaggio plasmatico della proteina CA 125, che è una proteina presente sulla superficie degli epiteli cellulari come quello di peritoneo, pleura, pericardio, cervice, endometrio, tuba. Questa proteina viene prodotta da queste cellule, ed in parte viene riversata in circolo. Il valore nel siero del Ca-125, specifico per il tumore epiteliale sieroso dell'ovaio, è moderatamente elevato nell'endometriosi, ed elevatissimo nel tumore dell'ovaio. Questo metodo consente quindi di differenziare l'una dall'altra malattia, ma è scarsamente sensibile e non utilizzato come screening e monitoraggio dell'endometriosi.
Importante per la diagnosi è anche il dosaggio plasmatico della proteina CA 125, che è una proteina presente sulla superficie degli epiteli cellulari come quello di peritoneo, pleura, pericardio, cervice, endometrio, tuba. Questa proteina viene prodotta da queste cellule, ed in parte viene riversata in circolo. Il valore nel siero del Ca-125, specifico per il tumore epiteliale sieroso dell'ovaio, è moderatamente elevato nell'endometriosi, ed elevatissimo nel tumore dell'ovaio. Questo metodo consente quindi di differenziare l'una dall'altra malattia, ma è scarsamente sensibile e non utilizzato come screening e monitoraggio dell'endometriosi.
Nelle forme minime di endometriosi è consigliabile l'attesa di 6-12 mesi poiché si può verificare una guarigione spontanea. Negli altri casi, la terapia può essere medica, con farmaci, oppure chirurgica, conservativa o demolitiva. La scelta dipende dalla gravità della malattia, dal desiderio della riproduzione e dall'età della donna.
La terapia chirurgica conservativa viene eseguita soprattutto per la cura della sterilità mediante le metodiche di laparoscopia o, meno frequentemente, laparotomia, e consiste nella liberazione di aderenze pelviche, nella distruzione delle lesioni minime e nell'asportazione di cisti ovariche (endometriomi) anche voluminose (fino a 10-12 cm).
La terapia chirurgica demolitiva viene eseguita per le lesioni più gravi ed estese, in donne non più desiderose di prole, soprattutto in caso di inefficacia della terapia medica (che, comunque, può essere propedeutica all'intervento stesso).
La terapia medica si basa sul fatto che gli estrogeni stimolano l'endometrio, quindi utilizza prodotti che abbiano in qualche modo un'attività anti-estrogenica, in modo da atrofizzare l'endometrio ectopico. Può essere prescritta a quelle donne con endometriosi minima con o senza desiderio di prole, in preparazione ad un intervento chirurgico per ridurre le dimensioni delle lesioni e degli endometriosi, oppure dopo un intervento chirurgico riduttivo, ma non risolutivo della malattia, per completare i benefici terapeutici.
Le cure della endometriosi pelvica deve tendere alla
completa eliminazione di tutti i focolai presenti, possibilmente conservando il
più possibile le strutture genitali interne,cioè l’utero,le salpingi o tube,le
ovaie e liberando la pelvi dalle frequenti aderenze che la malattia fa formare
tra gli organi della pelvi femminile. Tali aderenze e degenerazioni fibrotiche
sono causa dei forti dolori che la donna avverte durante la fase attiva della
malattia.
Le terapie alternative quali omeopatia, antidolore,
agopuntura ecc., non curano la endometriosi.
La gravidanza non cura la endometriosi ma la donna sente
molto meno dolori e generalmente dopo la gravidanza i sintomi della malattia aumentano.
La terapia medica si avvale di alcuni farmaci che bloccano gli ormoni ovarici:
Progestinici (derivati
del progesterone): comportano una progressiva riduzione dei focolai
endometriosici ectopici con successiva atrofia;
Danazolo e gestrinone: derivati dagli ormoni androgeni. Inibiscono l'ovulazione, quindi riducono il livello circolante di estrogeni e di progesterone. Ne consegue un'intensa atrofia dell'endometrio, migliorando sia la sintomatologia dolorosa che la possibilità di avere una gravidanza;
Analoghi sintetici dell'LH-RH: sono farmaci che bloccano la secrezione di alcuni ormoni dall'ipofisi. La loro somministrazione continua porta ad un esaurimento della sintesi degli estrogeni da parte dell'ovaio, simile alla castrazione medica. Attualmente, la terapia medica di prima scelta per l'endometriosi è rappresentata proprio dagli analoghi dell'LH-RH.
Danazolo e gestrinone: derivati dagli ormoni androgeni. Inibiscono l'ovulazione, quindi riducono il livello circolante di estrogeni e di progesterone. Ne consegue un'intensa atrofia dell'endometrio, migliorando sia la sintomatologia dolorosa che la possibilità di avere una gravidanza;
Analoghi sintetici dell'LH-RH: sono farmaci che bloccano la secrezione di alcuni ormoni dall'ipofisi. La loro somministrazione continua porta ad un esaurimento della sintesi degli estrogeni da parte dell'ovaio, simile alla castrazione medica. Attualmente, la terapia medica di prima scelta per l'endometriosi è rappresentata proprio dagli analoghi dell'LH-RH.
Questi farmaci inducono una menopausa temporanea che
presenta tutti i sintomi di una menopausa vera e propria: Secchezza vaginale,
perdita di calcio, vampate, ecc. Attualmente si possono associare piccole dosi
di terapia con ormoni femminili per ridurre gli effetti di tipo menopausa, tali
terapie non curano la malattia.
Esiste una relazione tra alimentazione ed
endometriosi?
È
stata dimostrata l’esistenza di una relazione tra igiene alimentare e
insorgenza di malattie degenerative, mancano però ulteriori studi scientifici
in grado di determinare l’esatta correlazione tra patologia in atto e modello
alimentare. Sicuramente un’equilibrata alimentazione e un giusto e
regolare controllo della funzione intestinale favoriscono una vita sana e una
minor incidenza di patologie croniche e degenerative.
Per
quanto riguarda l’endometriosi, uno studio pubblicato su Human Reproduction
dagli studiosi della Harvard Medical School di Boston ha messo in evidenza come
il più elevato consumo di acidi grassi insaturi (Omega 3)
riduca il rischio di endometriosi del 22%, mentre al contrario un eccessivo
consumo di acidi grassi saturi “grassi cattivi” può aumentarlo del 48%. Il
meccanismo per cui gli omega 3 siano favorevoli è da mettere in relazione con
il metabolismo delle prostaglandine. Un’altra
ricerca coordinata dall’Istituto Mario Negri ha, invece, dimostrato come le verdure
a foglie verdi siano importanti nella riduzione di rischio.
Perché è meglio ridurre caffeina, alcol, cioccolato,
grassi saturi, bevande ad alto contenuto di zucchero e carboidrati raffinati?
Le
sostanze eccitanti di uso comune, come il caffè e le sigarette, andrebbero
rispettivamente ridotte e abolite. L’abuso di caffeina e nicotina portano a un
aumento dello stress psicofisico con ripercussioni importanti su tutti gli
apparati. Bisogna moderare, inoltre, il consumo di alcol, cioccolato,
grassi animali, carboidrati raffinati, latte anche se, nel lavoro
dell’Istituto Mario Negri, non si è dimostrata una correlazione significativa
per il rischio di endometriosi. Favorevole è invece l’assunzione di fibre con
la dieta, poiché oltre a regolare la funzione intestinale,
contribuiscono alla riduzione del livello degli estrogeni circolanti, con
minore impatto sui tessuti dipendenti. Pertanto è opportuno mettere alla base
dell’alimentazione il consumo di cereali integrali, legumi, frutta e
verdura, pesce, mentre è bene limitare le proteine di
origine animale.
Quanto, invece, sono importanti le vitamine e che
ruolo hanno nei casi di endometriosi?
Molto
si legge sull’interazione del corretto apporto alimentare di vitamine e
l’insorgenza di endometriosi, ma per poter definire quali gruppi siano
realmente utili nella cura della malattia, occorrono altri studi prospettici,
molto lunghi e complessi. Sicuramente bisogna favorire una dieta con abbondante frutta
fresca e secca con guscio, come le noci, e le granaglie (i
semi di lino e di girasole).
Fonti: www.endometriosi.it
www.dietaland.com
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