Il corpo e la mente hanno bisogno di
riposare e recuperare energie. Perché le ore di veglia mettono il corpo sotto
sforzo e il lavoro,lo studio, l’attività fisica fanno il resto. Partiamo da
questa affermazione per parlare dell’importanza del sonno.
Il sonno è una componente essenziale della salute che
influenza il benessere e la qualità di vita degli individui e come tale deve
essere incoraggiato. La qualità del sonno è la misura di quanto una persona si
sente energica, attiva e pronta per un nuovo giorno ed include numerosi aspetti
qualitativi e quantitativi. Difetti della qualità del sonno possono causare
disordini dei sentimenti, pensieri e motivazioni. I sintomi fisici e cognitivi
di chi ha una scadente qualità del sonno sono stanchezza, perdita di
concentrazione e memoria, fatica, scarsa tolleranza al dolore, ansia,
nervosismo, pensieri irrazionali, allucinazioni, perdita di appetito,
costipazione e maggior predisposizione agli infortuni. E’ anche risaputo che i
disturbi del sonno causano tensione, ritardo nella guarigione delle ferite,
aumento del dolore e amplificano le difficoltà della vita quotidiana. Anche se
le funzioni del sonno non sono ancora state adeguatamente spiegate, il sonno è
riconosciuto essere fondamentale al funzionamento dell’organismo ed al
mantenimento del benessere.
Il sonno è caratterizzato da diverse fasi. Nelle prime 4
fasi NON REM ci addormentiamo in modo graduale, passando dallo stato di veglia
o coscienza allo stato di incoscienza. In questo caso, la fase più profonda del
riposo è quella del quarto stadio NREM in cui dormiamo veramente e non
percepiamo i rumori esterni. Tra le diverse fasi del sonno, la più affascinante
resta comunque la fase REM, definita anche “fase dei sogni”. In questa fase
importantissima del sonno, il cervello è in grande attività consumando glucosio
e ossigeno come se la persona fosse in piena attività intellettuale. Si
verifica tuttavia una totale paralisi temporanea dei nostri muscoli e un
aumento dei movimenti oculari rapidi. E’ in questa fase che si sogna, e i
soggetti che non la vivono profondamente, non riposano bene e tendono a
svegliarsi stanchissimi, senza energie. Il sogno è importantissimo per la
nostra salute e la nostra vita: è il passaggio che ci consente il completo
distacco dalla realtà anche a occhi aperti, e fa riposare in modo speciale
mente e organismo. Vivere la fase REM significa quindi far incontrare il nostro
conscio e subconscio mentale per ritrovare un nuovo equilibrio psicologico e
fisico.
Cosa succede al nostro corpo
mentre si dorme?
Mentre dormiamo il corpo non rimane
inattivo, anzi: compie moltissime operazioni di manutenzione necessarie a farci
alzare il giorno dopo ristorati e pronti a ripartire:
1. I reni riequilibrano l’acqua, i sali e gli
elettroliti per assicurarti che i muscoli rispondano pronti alle tue richieste
di compiere certi sforzi (gli elettroliti sono necessari per le comunicazioni
fra cervello e muscoli) e soprattutto perché tu non abbia crampi.
2. I muscoli stressati o microlacerati dall’allenamento – finalmente a riposo – vengono ricostruiti
3. Durante il sonno l’ipofisi rilascia nel sangue la somatotropina, o ormone della crescita, che serve a ricostruire i tessuti muscolari e a fortificare le ossa.
2. I muscoli stressati o microlacerati dall’allenamento – finalmente a riposo – vengono ricostruiti
3. Durante il sonno l’ipofisi rilascia nel sangue la somatotropina, o ormone della crescita, che serve a ricostruire i tessuti muscolari e a fortificare le ossa.
La privazione del sonno
Dormire poco ha molte
controindicazioni:
1. Se si è stanchi e non si riusce
mai a recuperare (specie se nel frattempo ci si allena) si è sempre più
stanchi.
2. Si è più irritabili.
3. Si ha difficoltà a concentrarsi e ad essere lucidi.
2. Si è più irritabili.
3. Si ha difficoltà a concentrarsi e ad essere lucidi.
4. Più si è nervosi e irritabili,
più si tende a compensare mangiando, quindi a prendere peso.
I disturbi del sonno
Le dissonnie interferiscono con l’inizio o con la
continuazione del sonno e ne provocano quindi un’alterazione della quantità,
della qualità o del ritmo. Sono cinque, ovvero l’insonnia, l’ipersonnia, la
narcolessia, il disturbo del sonno correlato alla respirazione e il disturbo
del ritmo circadiano del sonno.
Le parasonnie sono invece un insieme di fenomeni non
desiderati prevalentemente legati ai sogni. Avvengono maggiormente
nell’infanzia e nell’adolescenza. Sono sei e comprendono il disturbo da incubi,
il terrore nel sonno (Pavor Nocturnus), il sonnambulismo, la sindrome da gambe
senza riposo, il bruxismo e l’enuresi notturna.
L’insonnia è un sintomo molto frequente; gli epidemiologi
hanno appurato che il 20-40% degli individui lamenta disturbi del sonno; la
prevalenza sale al 60% negli anziani. La maggiore prevalenza tra gli anziani
non è solo dovuta all’età, ma anche a possibili comorbidità per condizioni
mediche associate. L’insonnia rappresenta un problema sociale ed individuale;
si identifica in un sonno percepito come insoddisfacente a causa di difficoltà
all’addormentamento, numerosi risvegli, sonno frammentato, superficiale,
risveglio mattutino precoce con astenia ed irritabilità.
E’ invece fondamentale considerare un eventuale disturbo del
sonno come un sintomo importante, che richiede la valutazione complessiva del
soggetto; si deve ricercare sia la causa possibile sia la rilevanza del
disturbo sulle funzioni diurne del paziente. Esistono, a tale proposito,
appositi questionari che possono dare un inquadramento del fenomeno.
Una buona abitudine
Per essere efficace, l’abitudine a
dormire il giusto numero di ore deve essere, appunto, un’abitudine. Quindi deve
ripetersi senza significative variazioni. Dormire abbastanza significa dormire
con costanza sempre lo stesso numero di ore per periodi prolungati.
Come si modifica il ritmo sonno-veglia nell’anziano.
L’anziano presenta spesso delle modificazioni dei livelli di
ormoni ed altre molecole nel sangue ed anche alterazioni dei ritmi circadiani
proprie dell’età (ad esempio modificazioni “fisiologiche” dei ritmi della
pressione arteriosa, della temperatura corporea, della secrezione di ormoni).
L’importanza del sistema nervoso centrale nel coordinare questi ritmi è
fondamentale.
Il risveglio mattutino è precoce; il risveglio notturno,
abituale; il sonno REM è ridotto con tendenza al sonnellino durante il giorno.
Si ritiene che le modificazioni anatomico-funzionali delle strutture nervose
che regolano le attività ritmiche abbiano un ruolo significativo nel
determinare i disturbi del sonno. Contrariamente a quanto comunemente si
ritiene, non si assiste nell’anziano ad una complessiva riduzione del tempo di
sonno, dal momento che la parziale riduzione del tempo totale di sonno notturno
è compensata da sonnellini diurni. Una percentuale ampia di anziani sono
comunque a rischio per i disturbi del sonno che possono essere causati da molti
fattori come il ritiro o le modificazioni delle attività sociali, la morte
del/la partner o di amici stretti, l’aumento dell’uso di farmaci, l’esistenza
di malattie concorrenti e le alterazioni dei ritmi circadiani. La
classificazione internazionale dei disturbi del sonno non prevede per l’anziano
l’esistenza di sindromi specifiche, mentre sono ovviamente maggiori le
incidenze dei disturbi di sonno associati a malattie degenerative del SNC (p.e.
il morbo di Alzheimer), a malattie cardiovascolari, a problemi respiratori, ad
artriti, a sindromi dolorose, a malattie prostatiche nell’uomo e frequenti
cistiti nelle donne.
Le regole del buon
dormire
Per ottenere un sonno soddisfacente sia dal punto di vista
quantitativo, sia qualitativo, è utile cercare di applicare alcune semplici
“regole” di vita, necessarie per ottenere una buona igiene del sonno. Questi
semplici accorgimenti nelle nostre abitudini di vita possono correggere
importanti disturbi del sonno, quali l’insonnia o il russamento, senza dover
ricorrere all’uso di farmaci o di altri presidi terapeutici.
Limitare il tempo passato a letto a quello effettivamente
necessario per dormire
Evitare di usare il letto per guardare la tv, mangiare,
lavorare o studiare
Mantenere un orario di sonno più regolare possibile, sia per
l’orario di addormentamento che per quello del risveglio
Limitare il sonno del mattino anche se si è dormito poco di
notte
Evitare di andare a letto se non si ha sonno: il sonno non
può essere “forzato”
Rispettare orari regolari per i pasti
Evitare pasti pesanti la sera; questi rendono difficile la
digestione e ritardano l’addormentamento
Evitare l’uso inappropriato e l’abuso di farmaci ipnotici
(“sonniferi”)
Evitare il consumo di caffeina, di alcol e di tabacco nelle
ore serali
Fare esercizio fisico durante la giornata, evitando, al
contrario, le ore serali per attività fisiche intense
Controllare attentamente l’ambiente della camera da letto:
rumore, temperatura, umidità e luminosità sono fattori che influiscono molto
sul sonno
Limitare i “pisolini” durante il giorno, e non effettuarne
in orari troppo avanzati nel pomeriggio poiché questi influiscono negativamente
sul sonno della notte
Evitare di addormentarsi la sera dopo cena davanti alla TV
Fonte: anziani e vita
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