Il potassio regola principalmente l'equilibrio idrico nel corpo e regola i processi osmotici nelle cellule.
Una regolare presenza di potassio, unita ad un consumo di sodio non troppo elevato, è utile al controllo della pressione sanguigna, alle trasmissioni nervose, al corretto funzionamento dei muscoli e alla sintesi delle proteine. Carenze di potassio possono essere causate da periodi prolungati di diarrea o vomito, o in caso di uso di diuretici.
Il corpo risponde alla mancanza di potassio con l'indebolimento generale, nausea, sonnolenza, stanchezza, e in casi gravi anche ad aritmie cardiache. Lo stesso vale per concentrazioni troppo elevate di potassio nel corpo, che possono causare debolezze muscolari, confusione e, in casi limite, anche ad arresto cardiaco (l'intossicazione da potassio avviene sopra i 18g al giorno).
Una regolare presenza di potassio, unita ad un consumo di sodio non troppo elevato, è utile al controllo della pressione sanguigna, alle trasmissioni nervose, al corretto funzionamento dei muscoli e alla sintesi delle proteine. Carenze di potassio possono essere causate da periodi prolungati di diarrea o vomito, o in caso di uso di diuretici.
Il corpo risponde alla mancanza di potassio con l'indebolimento generale, nausea, sonnolenza, stanchezza, e in casi gravi anche ad aritmie cardiache. Lo stesso vale per concentrazioni troppo elevate di potassio nel corpo, che possono causare debolezze muscolari, confusione e, in casi limite, anche ad arresto cardiaco (l'intossicazione da potassio avviene sopra i 18g al giorno).
L’organismo deve mantenere praticamente costanti i
livelli di potassio nel sangue, se il livello diventa eccessivo od inferiore
alla norma si possono avere conseguenze gravi, ad esempio un’aritmia cardiaca o addirittura l’arresto
cardiaco (situazione in cui il cuore cessa di battere). L’organismo può usare
il potassio immagazzinato nelle cellule per mantenere costante il livello del
minerale nel sangue.
L’organismo riesce a mantenere costante il livello di
potassio nel sangue bilanciando la quantità persa e quella assunta con
l’alimentazione; lo si elimina soprattutto attraverso le urine, ma parte del
potassio va anche persa con il sudore e durante il transito intestinale. Se i
reni funzionano correttamente, riescono ad adeguare la quantità di potassio
eliminata dall’organismo ai cambiamenti del fabbisogno.
Alcuni farmaci ed alcune patologie sono in grado di
alterare la quantità di potassio che entra ed esce dalle cellule, e questo
influenza profondamente il livello di potassio nel sangue.
Potassio alto o basso
L’ipokaliemia è la carenza di potassio nel
sangue.
La carenza può avere diverse cause, ma di solito è
causata dal vomito, dalla diarrea, dai disturbi delle ghiandole surrenali o dall’uso di
diuretici.
Se il potassio è carente, i muscoli si indeboliscono,
si hanno crampi o spasmi o addirittura si rimane paralizzati. Si può inoltre
sviluppare un’aritmia cardiaca.
Il livello del potassio nel sangue può essere misurato
tramite gli gli esami del sangue, che sono l’unica modalità di diagnosi
dell’ipokaliemia.
Di solito, per guarire, il paziente si limita ad
assumere alimenti ricchi di potassio o integratori orali.
Di solito la quantità presente nel sangue diminuisce
perché c’è qualche problema a carico dell’apparato digerente. In alcuni casi
può essere eliminato troppo potassio con le urine, perché i diuretici fanno
secernere ai reni il sodio, l’acqua e il potassio in eccesso. In diversi
disturbi delle ghiandole surrenali, ad esempio nella sindrome di Cushing, le
ghiandole surrenali producono troppo cortisolo, un ormone che induce i reni ad
eliminare grandi quantità di potassio.
Alcuni farmaci aumentano la quantità di potassio che
passa dal sangue alle cellule e possono provocare l’ipokaliemia, tuttavia
questa condizione è di solito temporanea, a meno che non siano presenti
patologie che aggravano la carenza del minerale.
L’ipokaliemia è causata solo in rari casi da
un’assunzione insufficiente di potassio, perché il potassio si trova in molti
alimenti diversi.
Sintomi e diagnosi
Una leggera diminuzione dei livelli di potassio nel
sangue di solito non causa alcun sintomo. Se il potassio diminuisce in modo
considerevole, invece, si possono verificare:
debolezza muscolare,
crampi,
spasmi muscolari,
paralisi.
Si può sviluppare addirittura un’aritmia cardiaca. Se
la diminuzione del potassio è minima, ma il paziente soffre di una patologia
cardiaca o assume la digossina, i sintomi possono presentarsi comunque.
La diagnosi è effettuata misurando la quantità di potassio
presente nel sangue; i medici, poi, cercano di identificare la causa della
diminuzione che può essere evidente, dati i sintomi (come il vomito) o l’uso di
farmaci o di altre sostanze. Se la causa non è chiara, i medici misurano la
quantità di potassio eliminata con le urine, per capire se l’ipokaliemia è data
dall’escrezione eccessiva del potassio.
Cura
Se l’ipokaliemia è causata da una patologia a monte,
la patologia va curata.
Di norma si riesce a reintegrare il potassio assumendo
alimenti ricchi di questo minerale oppure integratori orali. Il potassio può
irritare l’apparato digerente, quindi gli integratori vanno assunti in piccole
dosi, durante i pasti, diverse volte al giorno, e non in una singola dose più
grande. Alcuni tipi di integratori, ad esempio quelli impregnati con cere o il
o il cloruro di potassio microincapsulato, hanno molte meno probabilità di
provocare irritazioni.
Il potassio è somministrato tramite flebo nelle
situazioni seguenti:
La quantità di potassio nel sangue del paziente è pericolosamente
bassa.
Gli integratori assunti per bocca non sono efficaci.
Il paziente continua a perdere una quantità di
potassio tale che gli integratori per via orale non riescono a reintegrarla.
La carenza di potassio provoca un’aritmia cardiaca.
La maggior parte dei pazienti in terapia con i
diuretici non ha alcun bisogno di assumere gli integratori di potassio ma,
nonostante ciò, i medici effettuano controlli periodici dei livelli di potassio
nel sangue, per poter cambiare il dosaggio del diuretico in caso di necessità.
In alternativa, possono essere usati diuretici particolari che aiutano i reni a
conservare il potassio (risparmiatori di potassio), come l’amiloride,
l’eplerenone, lo spironolattone o il triamterene, che vanno somministrati solo
se i reni sono sani.
L’iperkaliemia è
l’eccesso di potassio nel sangue.
L’iperkaliemia ha molte cause diverse, tra cui
ricordiamo i disturbi renali, particolari farmaci che influiscono sul
funzionamento dei reni e il consumo eccessivo di integratori di potassio.
Di solito l’iperkaliemia è asintomatica: i sintomi,
perlopiù anomalie del battito cardiaco, compaiono soltanto in caso di
iperkaliemia grave.
Di solito i medici diagnosticano l’iperkaliemia quando
il paziente fa gli esami del sangue o l’elettrocardiogramma per altri motivi.
La terapia comprende: la diminuzione del consumo di
potassio, l’interruzione delle terapie farmacologiche che potrebbero causare
l’iperkaliemia e l’uso di farmaci che aumentano l’escrezione del potassio.
Di norma l’iperkaliemia è provocata da diversi
problemi concomitanti, tra cui ricordiamo i seguenti:
Disturbi renali (come l’insufficienza renale) che
impediscono ai reni di eliminare una quantità sufficiente di potassio.
Farmaci che impediscono ai reni di secernere la
normale quantità di potassio, e sono una delle cause più frequenti dei casi di
iperkaliemia lieve.
Dieta ricca di potassio.
Terapia con farmaci a base di potassio.
La causa più frequente dei casi di iperkaliemia lieve
è l’uso di farmaci che fanno diminuire l’afflusso di sangue ai reni o
impediscono ai reni di eliminare la giusta quantità di potassio.
L’iperkaliemia si può verificare anche quando le
cellule secernono una quantità di potassio maggiore del normale. Il rapido
spostamento del potassio dalle cellule al sangue può sovraccaricare i reni e
provocare un’iperkaliemia in grado di mettere in pericolo la vita del paziente.
Sintomi e diagnosi
L’iperkaliemia lieve di solito causa pochi sintomi o
rimane asintomatica.
Se si aggrava, però, può causare anomalie del battito
cardiaco.
Se il livello di potassio è molto alto, si può avere
l’arresto cardiaco, cioè il cuore può cessare di battere.
Di solito l’iperkaliemia viene diagnosticata in
seguito a normali esami del sangue o se il medico nota particolari anomalie
dell’elettrocardiogramma. Per diagnosticarne la causa, i medici si informano
sulle terapie farmacologiche che il paziente sta seguendo e prescrivono gli
esami del sangue per controllare la funzionalità renale.
Terapia
Per l’iperkaliemia lieve, può essere sufficiente
diminuire il consumo di potassio o interrompere l’assunzione dei farmaci che
impediscono ai reni di eliminarlo. Se i reni sono sani, può essere
somministrato un diuretico per aumentare la quantità di potassio eliminata
dall’organismo. Se necessario, inoltre, può essere somministrata per via orale
o rettale una resina che assorbe il potassio presente nell’apparato digerente e
viene eliminata con le feci.
Per i casi di iperkaliemia da moderata a grave, è
fondamentale riportare immediatamente il livello del potassio alla normalità.
Per prima cosa si somministra il calcio per
endovena: il calcio serve serve per proteggere il cuore, ma non fa diminuire il
livello di potassio. Poi vengono somministrati l’insulina e il glucosio che
fanno riassorbire il potassio circolante dalle cellule. Per diminuire il
potassio in circolo, può essere usato anche l’albuterolo, un inalatore
antiasma.
Se queste terapie non si dimostrano efficaci o se il
paziente soffre di insufficienza renale, può essere necessaria la dialisi.
L’apporto quotidiano di potassio in Italia è più o
meno pari alle dosi consigliate (3 g contro i 3.2 g circa di fabbisogno
indicati dai LARN), perchè presente ed abbondante in numerosi alimenti come:
fagioli,
piselli,
asparagi,
patate,
albicocche,
banane,
cavolfiori,
spinaci,
pomodori,
arachidi.
In generale la presenza è comunque rilevante in
frutta, verdure e carni fresche, mentre l’apporto di potassio con l’acqua da
bere è modesto.
L’assorbimento avviene passivamente nel duodeno e nel
digiuno (intestino) senza particolari difficoltà.
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